Adoro i giochi di ruolo. Accumulo manuali su
manuali nella mia cameretta, acquistandone molteplici in maniera compulsiva. La
maggior parte delle volte senza nemmeno leggerli. Sì, perché esercitano un
richiamo inarrestabile sul mio subconscio che mi spinge all'inevitabile
risultato di doverli quasi collezionare, basandomi su fattori oggettivi e
determinanti quali le immagini, le razze giocabili e un paio di poteri o
incantesimi letti distrattamente.
Poi c’è l’altro aspetto, quello meno gradevole. La
frustrazione che deriva dal non riuscire puntualmente mai a giocarli. «Eh, per
forza» direte voi «se manco li leggi come caspio pretendi di poterli pure
giocare?» Dehihi, vi ho fatto dire "caspio". "Caspio" è stupido.
Ma terminologia a parte avreste ragione, è un ostacolo
oggettivo. Ma non è l’unico, altrimenti l’avrei superato di buon grado e con
somma contentezza. Arrivano a guastarti la festa anche fattori come la scarsità
di tempo da dedicarvici, l’assenza di una serata settimanale libera in cui
posizionare un appuntamento fisso, la difficoltà di mettere d’accordo tutti i
giocatori su ambientazione, sistema di regole ecc… compreso poi dovergliele riassumere
e spiegare, che figurati se si possono leggere un manuale! Chissà che fatica
gli farà.
«Ma non avevi detto che neanche tu…» shhh, vi prego, non fatemi perdere il filo del discorso con le vostre fantasiose illazioni.
E insomma un giorno suona il telefono. Anzi vibra,
che ce l’ho sempre silenzioso. Astenersi commenti ironici della domenica. Che
oggi è venerdì e fa brutto. Nel frattempo il telefono continua a vibro-squillare
ed infine opto per la risposta.
Salta fuori che si tratta di un mio amico piemontese
di vecchia data, pesantemente invischiato anch’egli nel mondo della
nerditudine, che mi chiede se avessi mai giocato a Savage Worlds. Parte una
solfa pallosissima su questa mia lamentanza che «bah, non riesco manco a
giocare quel che ho sugli scaffali, figuriamoci roba nuova».
«Provalo», dice lui con fare ammiccante e un
leggero retrogusto di beffardo «non te ne pentirai. Si impara in 10 minuti, si
spiega in 5 e l’esperienza di gioco è notevole. Giocaci che poi devo farti una
proposta».
Una proposta? No, io quattro ore di nonono (Soluzione: Tre-No… sì, lo so, a volte voglio
strozzarmi da solo, vi capisco) non me le faccio per fargli da master. E
tantomeno da giocatore.
Ma diamogliela una letta va', che male può fare? Alle
perse spendo altri 10 euri per aggiungere un cucciolo al branco. Ebbene sì,
solo 10 euri per il manuale base: la prima, buonissima notizia. Poi mi addentro
nelle regole e le cose non fanno che migliorare.
La prima reazione è googlarlo. E i risultati sono positivi, molto positivi; tra questi trovo anche
un intervento piuttosto recente e positivo di Will Wheaton,
nonostante il gioco conti una decina d’anni e svariate edizioni alle spalle.
Come chi è Will Wheaton?
Insomma, lo leggo. E mi piace! Senza dilungarmi più del dovuto sulle specifiche regolistiche, ché se v’interessa ve le leggete poi con calma voi (la scusa di acquistare i manuali e non leggerli l’ho già usata io; stacce, lettore medio!), vi faccio un sunto di ciò che mi è piaciuto maggiormente:
- La scheda si fa potenzialmente in cinque minuti. Se poi ci si vuole addentrare nella pletora di opzioni per dare profondità al personaggio, come difetti congeniti (hindrances) e caratteristiche peculiari (edges), allora il tempo necessario cresce. Altrimenti scegliete un’arma, una razza ove l’ambientazione lo preveda, sistemate i vostri cinque Attributi e le vostre presumibilmente-eguali-o-poco-ci-manca Abilità e via andare.
- Si parlava di Attributi ed Abilità. Che poi la versione italiana ancora non esiste e quindi magari salta fuori che trovano altri termini per Attributes e Skills, quindi prendeteli con le pinze. Questi però introducono una novità: invece dei normali valori fissi, qui si cresce di “tipologia di dado”. In che senso? Di base si ha un d4 da tirare, investendo punti questo diventa d6, d8, d10 e infine d12. Ulteriori punti conferirebbero un bonus per il tiro: dimenticatevi d20 e soprattutto d100. Maledetti power-player, siete ovunque!
- Ok, tiro i dadi tutti diversi, colorati e divertentissimi. E che ci faccio? Semplice: con un 4 riuscite nel tiro, con un 8 ce la fate fighissimamente, con un 12 strafighissimamente e aumentando di 4 in 4 potrete divertirvi anche voi a massacrare la lingua italiana con varianti sgrammaticate del termine “figo”.
- Le ferite pesano. Ammazza se pesano! Ne potete sopportare tre, ognuna delle quali vi conferisce un uguale malus alle azioni, dopodiché dalla 4 arrivano le brutte cose, a-là Munchkin, le quali comprendono anche disdicevoli attacchi di morte. Eh, oh, capita. Quindi scordatevi delle secchiate di pf di cui dispone un barbaro di ventesimo livello: barbari o maghi che siate, dopo 3 ferite passate un brutto quarto d’ora, almeno. E parlando di ventesimo livello…
- … Non c’è. Ah ah, che infallibile burlone, ci si ferma a 10? No, no: non c’è il livello. O meglio l’han camuffato da altra cosa, ma poi alla fine è come se ci fosse: esistono 5 Rank che variano con l’accumulare dell’esperienza (tana per loro!). Laddove la questione si rivela maggiormente interessante è nella continua, seppur minimale, crescita del personaggio di sessione in sessione o quasi. Ogni 5 punti esperienza si prende un’avanzamento, che può essere un Potere, un Edge, un miglioramento di Abilità o Attributo ecc… e a ogni sessione vengono assegnati tra 1 e 3 punti esperienza; in sostanza apporterete un miglioramento alla vostra scheda ogni due sessioni circa, invece di dover aspettare le millemila sessioni una volta raggiunto un livello considerevole, come in altri giochi con dongioni e dragoni.
E poi le ambientazioni. Si, lo so che è finito l’elenco puntato, era mia precisa volontà tenere quest’argomento a parte. Savage Worlds è un sistema di regole “Open Ended” che in sostanza significa “Noi ti diamo le regole, giocale un po’ dove ti pare”. E hanno creato dei gioiellini nella categoria “luoghi dove mi pare di giocare”. Eccone alcuni:
Deadlands
Strafamosa già di suo, quest’ambientazione è un
cocktail ben pensato e shakerato: 1/3 non morti, 1/3 saloon e 1/3 pistole.
Servito freddo, con ombrellino western ad abbellire.
50 Fathoms
A chi non piacciono i Pirati? Su Peter P.,
alla fine ne vai matto anche tu, altrimenti non ci giocheresti sempre! Ci sono
le navi, i filibustieri, i tesori, le isole e il rum. Soprattutto il rum. Al
di là delle banalità, l’ambientazione è ben scritta, la parte geografica molto
curata e vi sono anche un pizzico di spunti fantastici come razze marine
giocabili che aggiungono una goccia di varietà nel mix. Infine aggiungere rum.
A necessary Evil
L’intro vi dice che i supereroi esistono, ma sono
caduti vittima di una trappola tesa loro dagli alieni, anch’essi più che
concreti. Dopodiché suddetti alieni attaccano la terra e chi rimane a
difenderla? No, non è un blockbuster, quindi niente Stati Uniti. Ebbene si: i
super cattivi! I tanto bistrattati antagonisti sono rimasti i soli in grado di
difendere il pianeta terra, ma soprattutto loro stessi. Quindi uniscono le
forze e giù crocche degne di Pacific Rim!
Beasts and Barbarians
Felice parto di autore italiano, questa è una delle
ambientazioni più low fantasy che potrete trovare in circolazione. Talmente
tanto low da essere quasi più historical. Insomma ce l’avete presente Conan il
Barbaro? Ecco, il gusto è decisamente quello, ma gli ingredienti diversi e
speziati si sentono tutti. Decisamente da provare.
E poi…
E poi ce ne sarà a breve un’altra, potenzialmente valida. O almeno così
dicono.
«Ma come, ci lasci nel più bello? E com’è? Cos’è?»
Vi ricordate la telefonata di cui sopra?
Beh ce n’è stata un’altra. E un’altra. E… toh, il
telefono.
Continua (?) ...
[Per quella telefonata il Vostro non ci sarà per il resto di agosto. Ma aspettatevi delle coloratissime novità da parte di Deo. Sì, ho detto "colorate" parlando di lui. Ha ha ha. Il caldo, sempre colpa sua. NdNedo]
[Per quella telefonata il Vostro non ci sarà per il resto di agosto. Ma aspettatevi delle coloratissime novità da parte di Deo. Sì, ho detto "colorate" parlando di lui. Ha ha ha. Il caldo, sempre colpa sua. NdNedo]
Deo Divvi, non pago di bloggare a vanvera, è anche impegnato in 2 progetti largamente attinenti al mondo del fantastico: Enascentia, universo fantasy ambientazione de "Il Cubo di Enascentia" e del Gioco di Ruolo in uscita a Lucca 2013, e Thy Shirt, un sito di magliette nerd.