giovedì 4 aprile 2013

Ma se muori e poi non torni?

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Insomma, lo sappiamo, nel mondo del fumetto la morte ha la porta girevole
Chiunque abbia avuto la fortuna di leggere negli ultimi anni una qualsiasi testata, avrà potuto notare che non esiste niente di irrecuperabile: è morta la Torcia Umana, è morto l’Uomo Ragno, è morta zia May, è morto capitan America, è morto Superman, è morto Freccia Verde, è morto Hal Jordan, è morto Batman, è morto Superboy, è morto XXX (mettete un nome a caso) e poi alla fine si è scoperto che si erano perduti nello spazio o nel tempo, sono stati clonati, hanno visto il loro corpo rigenerato, la loro anima è stata riportata sulla terra grazie alla scienza, agli angeli, al voodoo, ai poteri pulenti di una biowashball. 

Insomma, nel mondo del comics l’unica cosa che conta, come nel mondo reale, è essere popolari: più sei popolare più volte puoi gabbare il triste mietitore con scuse che vanno dal quasi logico (è solo entrato in coma) al ridicolo (Zurgon, l’imperatore dello spazio e del tempo ha alterato la realtà in modo che la tua morte non sia mai avvenuta), dimostrando non solo che i lettori sono degli accaniti conservatori, ma che il mercato stesso rischia solo quando il gioco è a perdere. 
Due esempi su tutti: Ultimate Universe e JSA pre-reboot. 
Partirò dalla JSA che è stata tra le mie serie preferite (Earth 2 può andarsene in luoghi oscuri e misteriosi, dove in genere non batte il sole) e che ha introdotto un concetto molto semplice: i legacy heroes, cioè gli eredi di una determinata maschera o mantello che ne prendono le redini quando il precedente si ritira per vecchiaia o morte. 
Abbiamo così avuto un gruppo che portava avanti la tradizione, ma con nomi nuovi. C’è anche stato lo spazio per sperimentare qualche miniserie, come quella sul Doctor Mid-Nite o su Hourman (tra i miei preferiti) che hanno approfondito il mondo della DC in maniera incredibile, senza dover tirare in ballo alterazioni quantistiche o buchi dimensionali.
Anche l’universo Ultimate ha avuto un certo coraggio e una spinta al cambiamento, soprattutto con la morte di Peter Parker, e i risultati sono stati delle serie frizzanti e innovative. 

"Ma noi vogliamo Peter Par-" MUTI DOVETE STARE MUTI.


Nei mondi classici invece abbiamo assistito al peggio del peggio e temo che continueremo a vederlo, infatti nessuno ha il coraggio di ammettere che invece di reboot che azzerano gli anni, di dèi vichinghi con un pallino per la magia "anima morti" o altre schifezze simili, si potrebbe tentare, come nel caso di Astro City, di creare un vero e proprio fumetto generazionale invece di giocare con l’intelligenza dei lettori creando situazioni a dir poco imbarazzanti. 
Come il ritorno di Barry Allen, per esempio.
"È bello rivederti, ma levati di torno, ora. Il boss è a casa."
















Barry Allen ha tirato il calzino nella Crisi sulle Terre infinite dei primi anni Ottanta e per trent'anni è rimasto morto come si confà a uno che ha smesso di respirare. Poi però arriva il tragico momento in cui il tapino spunta dal nulla durante Final Crisis e causa gli eventi che porteranno al reboot della DC (perché Barry? Io ti volevo bene). 
Dalla sua morte fino a Flashpoint il suo ruolo era stato coperto egregiamente da Wally West, che era riuscito, dopo alcune ritrosie, a scavarsi un posto nel cuore dei lettori e soprattutto a essere il Flash delle generazioni nuove. Ma noi lettori non possiamo avere le cose belle, perciò la macchina infernale del “facciamo lo scoop e vendiamo di più” doveva riportare in vita un personaggio che diceva ormai pochissimo alla stragrande parte dei lettori della testata.
Una scelta totalmente immotivata se si conta che chi ha iniziato a leggere comics negli anni Novanta sapeva del primo Flash di Terra 1 da qualche flashback o da qualche viaggio nel tempo, ma non aveva avuto modo di affezionarsi al personaggio e soprattutto non gliene poteva fregare di meno. Una mossa squallida che è riuscita anche a svilire in retrospettiva un personaggio che aveva fatto del suo sacrificio finale il culmine di una grande carriera. 

Insomma signore e signori, abbiamo toccato il fondo. Se riportare in vita un character pochi anni dopo la sua morte a me puzza di fregatura, riportarne uno in vita dopo una vita mi fa proprio schifo, quindi fate come me, alla prossima sconvolgente morte di qualcuno fate un totoscommesse con i vostri amici nerd. Puntateci le vostre card dei supereroi limitatissime laminate varranno un sacco loggiuro.

  • Dopo quanto tornerà, nonostante le tavole abbiano mostrato il suo corpo disgregato? Un anno, un mese, una settimana?
  • In quale modo tornerà? Viaggio nel tempo, clone, Zurgon, allucinazione di massa, reboot del reboot del remake del what if?

Vi voglio lasciare con un famelico dubbio: ma alla fine di tutto non è che avesse poi ragione Nekron in Blackest Night?

La fai facile, tu.

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