Adoro l’ironia. E questo se avete letto almeno un
mio altro articolo l’avete già capito. O meglio, avreste dovuto capirlo, ma il
fatto che io l’adori non vuol dire che la sappia usare propriamente.
Ma se c’è una cosa che adoro ancora di più è l’autoironia.
E stavolta non si scappa, l’ho usata nel paragrafo precedente. Tié.
Negli anni sono diventato cintura nera d’autoironia.
Anche perché altri colori non ne avrei visti. Sono acromatico. See what i did
there?
Di esempi ne potrei fare a tonnellate, come quando
a cena con la mia ragazza, alla scelta di frutta/dolci, all’esclamazione «vorrei
proprio un bel fico» ho saputo rispondere solo con un «e invece t’è toccato un
nerd, stacce». O di come anticipo quotidianamente i simpaticoni che pensano di
aver scoperto l’acqua calda udendo per la prima volta il mio cognome con un «si,
è stata un’infanzia difficile».
Ma non ne farò altri anche perché ve ne siete
già rotti le scatole, con buona probabilità.
Quindi perché tutto sto preambolo tanto faceto
quanto inutile? Perché è il motivo che mi ha portato ad adorare il titolo qui
recensito. Sia nell’argomento trattato in relazione al target cui si rivolge,
sia di fatto nei numerosi quote spassosissimi che s’incontrano durante il
gioco, Berzerk Ball 2 è campione mondiale di autoironia.
Si tratta, né più né meno, di “lancio-del-geek”. Sì, avete letto bene. Anzi mi correggo, non è proprio così. Si tratta di un ben più
brutale “tira-mazzate-a-un-geek-lanciandolo-in-qua-e-in-là-per-lo-schermo-facendolo-schiantare-ripetute-volte-su-oggetti-di-dubbia-natura-e-perché-no-anche-al-suolo”.
Se considerate che il gioco è disponibile come browser game sui contenitori
ludici più famosi e come app per i furbofonini, già qui siamo alla stretta di
mano virtuale alle menti illuminate dietro a questo progetto.
Ma non vi troverete a riempire di legnate un tizio qualunque, nossignore. Un perfetto stereotipo dell’esemplare più bieco di Convention Geek da competizione. Personalizzabile. Con tanto di cosplay!
Potrei fermarmi qui, o meglio: io al vostro posto mi sarei fermato qui e sarei
già a giocarlo. E invece no, voglio strafare e continuare. O iniziare in
effetti, visto che de facto non vi ho ancora detto nulla.
Il gameplay è semplice ed immediato: si capiscono le basi agilmente senza l’uso
di tutorial e le finezze sono comodamente perfezionabili con l’esperienza e
vagonate di sangue sputate dal geek sul percorso. La longevità è maggiore di
quanto mi sarei aspettato da un titolo apparentemente così semplice e poco
pretenzioso; i mini giochi sbloccabili progredendo nel percorso sono una chicca
in questo senso, opzionali ma al contempo funzionali alla progressione nel
gioco. La grafica rasenta la perfezione nella mia distorta visione del mondo:
fumettosa, accattivante e coloratissima. Penso. Se non l’avete capita non siete
stati attenti, shame on you.
Detto questo c’è da ammettere che i cosidetti “toss game” non sono più il massimo dell’originalità, non dopo Angry birds. Ma che ve lo dico a fare? Ci hanno già pensato loro, con l’arma di cui sono possenti maestri:
I fumetti che escono dalla bocca del geek sono una cosa fenomenale. Ti prende
in giro, si prende in giro, si fa beffe di un’intera categoria e la volta dopo
di quella opposta. Vi è del genio in colui che li ha ideati.
Ma il vero genio, signore e signori, il vero maestro indiscusso della battuta
notevole, che in cuor mio spero essere la stessa persona in precedenza lodata
così da dover organizzare un solo viaggio all’estero per conoscerlo/i, insomma
il mio idolo personale è chiunque si celi dietro a questa perla assoluta:
Insomma, siamo di fronte a un giochino divertente,
semplice e coinvolgente, senza pretese. Un gioco che, guarda caso, rientra in
gran parte nelle linee guida del mio personalissimo indice di gradimento.
E che vi devo dire, se mi è piaciuto non ci giro
tanto intorno. Sono uno senza mezzi termini. O bianco o nero.
Ahahahah…
… ahahah…
… ah…
P.S.
Deo Divvi, non pago di bloggare a vanvera, è anche impegnato in 2 progetti largamente attinenti al mondo del fantastico: un serial book fantasy dal nome "Il Cubo di Enascentia" e Thy Shirt, un sito di magliette nerd.
1 Response to Dat App: Berzerk Ball 2
Lol, finito fino all'assoluta repulsione, questo ed il predecessore. Ho anche semicostretto parte dei miei amici a passare la stessa trafila.
E' un giochino stupido e spegne il cervello.
Un po' come una puntata di Jersey Shore XD
Posta un commento