Skrillex è un tipo indubbiamente capace di polarizzare le opinioni dell'interwebs.
C'è chi lo adora morbosamente e chi, insomma, 'ndo vai co' quei capelli, vestiti a modino.
Metà del globo si muove al ritmo dei suoi successi, mentre l'altra metà ne sottolinea lo spessore culturale da carta velina e lo scherza per il suo fare timidamente aggressivo.
Diciamo che scherzarlo viene anche facile, tutto sommato. |
E quasi naturale che il giovane produttore sia stato prestamente adescato da colossi internazionali del videogioco per musicare i loro prodotti, dal promo di Uncharted 3 fino al tema di Syndicate. No, non quello bello della compianta Bullfrog, l'altro, quello là bianco smarmellato con la telecamera in soggettiva che chiede costantemente pietà.
Suo un cameo nel nuovo film d'animazione Disney, Ralph Spaccatutto. Forse fa la ciliegia di Pac-Man, chissà. |
Non solo, tale è ormai l'influenza di Sonny nell'industria videoludica che non puoi far uscire nemmeno il trailer di un simulatore di intolleranza al lattosio senza che parta un pezzo dubstep. O peggio: un remix dubstep.
Argh.
Era ovvio che qualcuno nell'entourage di Skrillex, dopo una nottata di bagordi a base di vodka e pretzel stantii, decidesse di sfruttare commercialmente la sua passione per gli sprite e i mostri.
E quindi siamo qui riuniti oggi per spippolare gioiosamente su Skrillex Quest, un simpatico videobalocco che presenta al grande pubblico una selezione di brani del diggei americano.
In Skrillex Quest, un clone magrolino di Link si trova a fronteggiare un avversario inaspettato, ben diverso dal solito re facocero amato di tridente; a mettere a repentaglio l'esistenza stessa del gioco e dei suoi abitanti è semplice ma letale polvere incastrata fra i connettori della cartuccia. In un mondo devastato dall'incuria e divorato da glitch, l'eroe dovrà trovare la sua principessa prima che il solo microcosmo che conosce cada a pezzi intorno a sé.
Si tratta di un'avventura dalle tinte fosche, mossa dal disperato e dolce istinto di sopravvivenza di creature tanto digitali quanto vive e ravvivata dalle musiche di Skrillex, stranamente adatte alla sua atmosfera intimista.
E com'è? Interessante. Non divertente, santiddio no, ma interessante.
Non solo per lo stile che ricorda fortemente quella perla di Sword and Sworcery, ma anche per la mano autoriale dietro al progetto, il Jason Oda reso famoso da Emogame e Nothing's gonna stop me now.
Come per le altre creature di Oda, l'aspetto meramente ludico è poco più di un abbozzo – per giunta reattivo come uno stomaco dopo una calamarata alle due di mattina – che serve come cornice interattiva alle tante invenzioni visive e sonore che dettano il ritmo dell'azione.
Nonostante sia un tributo lisergico al primo Zelda per NES, Skrillex Quest vuol parlare del senso di perdita, della morte, della ciclicità del destino e delle capacità taumaturgiche della musica. Riuscendoci quasi sempre, spesso senza bisogno di parole. Roba che Kojima, ti prego, prendi appunti.
Dal mio punto di vista si tratta di un advergame insospettabilmente di qualità, capace di reggersi sulle sue gambette pixellose anche senza l'ingombrante figura di Skrillex. Dategli una possibilità e fatemi sapere nei commenti, mi raccomando.
E preparatevi alla fine del mondo: settimana prossima vi farò conoscere Mutombo.
[Link a Skrillex Quest]
2 Response to Skrillex Quest - Spade, drop e amore
Mutombo? Dikembe Mutombo?
Dikembe Mutombo.
Domani giurò che renderò la cosa più specifica; aggiungo soltanto che c'entrano i deodoranti.
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