martedì 18 dicembre 2012

Ubilol

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In Bretagna il tempo è uno schifo. Freddo. Vento. Pioggia. Umidità assassina. Contrattempi climatici sempre accoppiati, spesso presenti contemporaneamente. Vien facile quindi immaginare i fratelli Guillemot chiusi in una casupola, nel tepore confortante di quattro mura isolate dalle pisciate glaciali del buon dio.
Davanti magari a una bevanda calda, già mi vedo i cinque consanguinei riflettere sul loro futuro professionale. Abitavano nel tanto suggestivo quanto sfigato Corno di Francia, mica a Parigi, capitale di Francia e dei presuntuosi. Che vuoi fare in Bretagna, a parte coprirti bene?
E invece Yves e fratelli ebbero questa idea pazzesca: mettersi a pasticciare con il mercato dei videogiochi.
Era il 1986; sentire degli europei parlare di come tirar su soldi con i videogiochi sembrava quasi più cretino e irrealistico di ora. E non è poco, visto come oggi nei forum il primo pirla che ha giocato anche solo a Cooking Mama sembra ritenersi capace di plasmare capolavori assoluti con due lenticchie, un 486 e gli artwork del cugino di sette anni.
Nonostante l'idea fosse ardita, il progetto andò bene. Anzi, ottimamente. Sarà stato il vuoto pneumatico precedente, ma nel giro di una decade i fratelli Guillemot, sotto il nome Ubisoft, hanno arraffato i diritti di distribuzione sul territorio francese di gran parte delle soft co. che contano. A questo punto avrebbero potuto fare come la Leader o l'Halifax: chiudersi nel loro vischioso e remunerativo esoscheletro da usurai del mercato retail. E invece no. Hanno iniziato a espandersi internamente ed esternamente, unendo alla distribuzione la produzione e lo sviluppo diretto di videogiochi.
Roba da far luccicare gli occhi di ogni buon sciovinista francese. Roba pesante. Roba che è valsa loro la nomina di Cavalieri della Repubblica francese. Non che facessero male a essere orgogliosi, eh. In Italia noi avevamo l'onesta ma limitata Simulmondo (da leggersi con voce nasale, da cinegiornale fascista, indugiando sull'ultima sillaba), loro gente che parlava di milioni di franchi con EA e Activision.
Tutto sommato ne ero felice. In mezzo a cowboy e samurai, vedere galanti e posati gentlemen del Vecchio Continente fare a spallate fra fiumi di bit faceva piacere. E la qualità? Non mancava, no. Affatto. Di titoli lodevoli ha riempito le case, riempiendosi le casse.

Però.

Però mi stanno profondamente sulle terga. Sì, so benissimo che riescono tuttora a sfornare titoli meritevoli, ma qui stiamo parlando di antipatia a pelle, di senso di ragno che pizzica. Tipo con l'amico della tua ragazza che ti ha montato il piccì, ti offre sempre da bere e ti tratta con la profonda reverenza che si mostrerebbe di fronte a un campione dell'umanità, come Gandhi o il Kevin Sorbo di Hercules, ma per qualche motivo senti che il malnato figlio di un incontro carnale fra due ungulati stia pianificando qualche terribile macchinazione, una di quelle in cui finisci a passar male attraverso le porte.
Per quanto sia appunto un sentimento assolutamente irrazionale, non si può dire che Ubisoft non mi abbia dato dei motivi, per quanto personali, per non metterla nella lista delle persone giuridiche a cui manderei un cesto di frutta per Natale. Ne nomino alcune e, spero, qualcuno nei commenti mi offrirà altri motivi per provare disappunto.

1. Omicidio a sangue freddo

Mi hanno ucciso l'SSI. Fagocitata prima, smembrata poi. Ora, io so che il novanta percento dell'universomondo non sa nemmeno di cosa stia parlando, ma ecco, immaginate che vi caghino sopra la collezione di exogini a cui tanto tenete. La Strategic Simulations Inc. era la mia collezione di exogini, soltanto con meno omini con la testa a forma di stella.
Menti che hanno partorito Pool of Radiance, Eye of the Beholder, Panzer General e Wizard's Crown non possono finire sotto un ponte come i primi zozzoni che passano, è un delitto da pena capitale.







2. L'eterna lotta fra l'antipirateria e il buon senso

Starforce, uno dei sistemi anticopia più fetidi della storia. Rischia di friggere letteralmente i supporti ottici dei pc, oltre a inserire di nascosto drive con privilegio 0, aprendo il sistema a ogni malware che vi viene in mente. Il risultato? Ovviamente i pirati hanno raggirato il sistema che doveva fermarli in tempi a dir poco brevi., È sempre stato così nel mondo del cracking, non è che ci volesse un genio a prevederlo. Bastava non essere uno sviluppatore, ecco. A pagare lo scotto dello scellerato sistema, come sempre, sono stati i legittimi acquirenti. Uno dei capostipiti dell'ormai classico: “I pirati ci fanno la bua? Prendiamocela con chi i giochi li compra”.
Va detto a loro discolpa che, dopo anni in cui ci faceva sorbire sistemi anticopia che costringevano a mantenere una connessione costantemente attiva per giocare, quest'anno pare si siano accorti dell'errore madornale e siano tornati indietro. Sempre troppo lentamente per un'azienda che tiene tanto all'immagine come i francesi, ma decisamente più veloci della Chiesa cattolica. Buttalo via.

3. Giulia passione osbsoleta

Intendiamoci, non è che abbia problemi con il mercato cosiddetto “casual”. È un altro target, non mangia nello stesso piatto dove mangio io. Ma per dindirindina, quanti diavolo di Giulia passione esistono? Ad un certo punto dell'infezione virale da cuoricini e attività fintamente femminili, li vendevano addirittura allegati a «Sorrisi e Canzoni», in una sorta di combo mortale del disgusto nazionalpopolare. Hanno saturato quel mercato in maniera ignobile, tanto che è scoppiato come una bolla di sapone. Ormai a vederle da lontano sembrano tante piccole cartuccine con su scritto “Azioni Cirio”.


4. Aspettando Godot, esclusiva Pc

Se non bastassero le conversioni pesanti come macigni, senza che vi sia ovviamente una-ragione-una perché girino con la stessa fluidità di una ruota da carro quadrata, su i nostri cassoni con cui fingiamo ogni tanto di lavorare i titoli Ubisoft spesso escono taaaaaaaaaaardi. Taaaaaaaaaaaaaaaardi. Roba che nella versione per computer di Assassin's Creed II, Ezio era già in età pensionabile, mentre alle auto di Driver: San Francisco avevano già fottuto tutte e quattro le ruote, cerchioni compresi.



5. La crisi di mezz'età di Sam Fisher

Splinter Cell: Conviction sarebbe un bel gioco ma ha un terribile bug, almeno nella mia copia. Praticamente se cerco di giocarlo in maniera silenziosa e nascosta, mi viene un enfisema polmonare per le bestemmie che tiri verso il design del gioco. È un bug, per forza, ché nessuno sano di mente dopo quel capolavoro di Pandora Tomorrow poteva trasformare uno dei migliori stealth di sempre in un tps banalotto, no? Sono certo che nel prossimo Blacklist andrà meglio.

Fidati.


Altro da dire? Certamente. Ma voglio leggere la vostra, di acredine. Commentate, miei cari, rendetemi partecipe del vostro punto di vista.

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