1996 – DIABLO
Conosco varie persone cadute nella rete, nella Battle.net per essere più precisi, del terzo e più recente capitolo della serie. Grafica ai massimi storici, le ormai immancabili Imprese, più note come Achievement, e continui update disponibili tramite internet. Si evince facilmente che se qualcuno si dovesse approcciare ora alla serie, non lo farà certo partendo dal primo capitolo.
Eppure questo titolo si trova qui ugualmente.
Sì, perché nel 1996 ha de facto sdoganato un genere, non per forza inventato, magari esisteva già un gioco simile diffuso in soli cinque quartieri sud coreani, non ne ho idea. Ma da quel momento in poi, l’enorme quantità di cloni partorita dall’industria videoludica è sempre stata additata come “ah, stile Diablo”, e a ragion veduta.
1997 – DUNGEON KEEPER
Altro anno, altro ispiratore di masse. Un giorno alla Bullfrog, un tizio qualunque di nome Peter Molyneux se ne viene fuori con un’idea un tantinino geniale: «Ma perché in ogni singolo gioco fantasy sono sempre gli eroi a dover entrare nel dungeon e sconfiggere i mostri? E se si sviluppasse un gestionale di dungeon in cui bisogna impedire agli eroi di aver la meglio sui propri mostri?».
Eh, il mondo è fatto così: ci sono persone afflitte da scelte fondamentali quali l’accostamento degli abiti o la scelta di cosa mangiare a pranzo; poi ce ne sono altre in grado di abbattere le precedenti frontiere dell’intrattenimento con una singola domanda. Capita.
Anche qui siamo di fronte ad un capolavoro, uno dei tanti che consacra la Ranatoro a miglior casa videogiochesca di sempre, quantomeno nella mia chart personale.
Quando parlavo di ispiratore non mi riferivo solo a videogiochi similari, che comunque esistono in larga misura, ma anche dell’influenza esercitata su altri generi ludici, di cui l’apprezzatissimo gioco da tavolo Dungeon Lord ne è un chiaro esempio.
1998 – ZELDA: OCARINA OF TIME
Quando nel 1997 uscì il Nintendo 64 con Super Mario 64 annesso, tanti pensarono di aver raggiunto l’apice dell’esperienza ludica nintendiana, sottoscritto compreso. L’assenza del gioco nella rubrica deriva unicamente dall’aver già menzionato un altro capitolo della saga idraulica e non voler rimanere monotematici, ma è stata indubbiamente una svolta.
“Non c’è verso che i giappi riescano a superare uno standard così alto, hanno proprio tirato fuori il coniglio dal cilindro”. Macché, nemmeno un anno ed estraggono un cavallo dallo stesso cilindro. Un equino di nome Epona, per l’esattezza.
Ocarina of Time è il mio gioco preferito di sempre per console, top 3 indiscussa nell’Olimpo del videogioco in generale. L’uso del pad non raggiungerà mai più vette così alte. C’è tutto: platform, puzzle, combattimenti, livelli segreti, viaggi nel tempo, colpi di scena e sicuramente tanto altro che adesso non mi viene in mente.
Se non siete stati ammaliati da questo capolavoro non avete un cuore. Se invece avete avuto la fortuna di giocarci scrupolosamente ne avrete attorno alla ventina.
1998 – BALDUR'S GATE
Eh sì, non c’è niente da fare: la seconda metà degli anni Novanta è decisamente la più calda. Così calda da farmi infrangere la regola di “un titolo ogni anno”. In questo e nel prossimo mi sarà semplicemente impossibile, non me la sentirei a relegare nessuno di questi mostri sacri a una semplice menzione d’onore.
Combattimento in tempo reale per i giocatori più diretti o pigri, gestibile con pause tattiche per chi preferisce avere il controllo su tutto. Sì, io appartengo ovviamente all’ultima categoria.
Party da sei personaggi con ampie scelte di razza e classe, divenuti finalmente concetti separati nel corso degli anni, ottima caratterizzazione dei comprimari e incisività dell’allineamento sul coesistere di alcuni elementi con altri. Non sarà facile convincere un tanto spietato quanto folle caotico malvagio a non estrarre la spada in presenza di un paladino legale buono, solo perché quest’ultimo non lo ritiene “giusto”.
A tal proposito non si può non menzionare la presenza di quello che probabilmente è il personaggio più famoso di tutto il Faerùn: Drizzt Do’Urden. Che poi questo si ritrovi a essere una stereotipata mosca bianca, candida rosellina nata suo malgrado in un giardino di sole spine, è un altro discorso. Se siete tra coloro che lo odiano, pescando la vostra dal sacchetto delle molte validissime motivazioni, per esempio aver ispirato tutta una schiera di giocatori che scassano i loro master per giocare altre eccezioni senza rendersi conto di creare un paradosso col termine stesso, sappiate che potete anche voltare le spalle alla reputazione del vostro party e farne brandelli sanguinolenti. Son soddisfazioni.
1999 – FINAL FANTASY VIII
Affrontiamo subito la questione, prima che si formi inevitabilmente nelle vostre menti: sì, c’è l’VIII e non c’è il VII. Perché? Principalmente perché faccio un po’ quelchediavolomiparebwahahaha, ma anche per il fatto fatto che lo preferisco enormemente al predecessore della stirpe.
Sì, lo so, è pieno di Cloud fan lì fuori, ma lasciatemi spiegare, ho una teoria a riguardo. Parlando con molti amici della faccenda è venuto fuori un fatto: un buon 90% degli interessati concorda nel consacrare a miglior capitolo della serie il primo giocato in ordine cronologico, il che non coincide per forza col primo uscito in tale ordine. Io per esempio ho giocato prima all’VIII, per motivi che non sono mai riuscito a spiegare razionalmente, una serie di coincidenze astrali che il mio subconscio non manca di rimuovere costantemente dalla mia memoria.
Approcciare il Japan RPG per eccellenza porta a due reazioni codificate: abbandonare per sempre il genere o innamorarsene perdutamente, dedicando un posto speciale nella stanzina dei ricordi superpiù a quel titolo che ci ha fatto innamorare, ossia per l’appunto il primo giocato.
E poi la storia.
Quindi si procede in direzione del gameplay. Anche qui i passi svolti con Junction e Guardian Force sono giganteschi, donando longevità e caratterizzazioni smisurate. Alcuni hanno trovato noioso assimilare 100 unità di ognuna delle 32 magie esistenti. Io mi ci sono buttato a capofitto, ignaro di essere già irrimediabilmente destinato alla dura vita del farmer.
Ah, per inciso, la saga Final Fantasy è tristemente deceduta dopo il X. Qualsiasi titolo con numero romano progressivo oltre a quello è una volgare imitazione, nonostante il simbolo del copyright, il marchio registrato e la casa produttrice rimasta la stessa. Punto e basta.
1999 – PLANESCAPE: TORMENT
Ultimo della fila ma primo in classifica, questo è, signore e signori, il mio videogioco preferito di sempre. Capolavoro assoluto, a 360°.
Ormai avrete capito che per il sottoscritto la trama è importante in un gioco. Qui siamo davanti ad un’opera invidiata dai migliori scrittori di romanzi in circolazione. Che sistema di regole avrà mai potuto usare? Ma AD&D ovviamente, come il già citato Baldur’s Gate. E cosa ti scelgono come ambientazione? No, niente di che, semplicemente la capitale del Multiverso Planare: Sigil!
Vabbe', allora mettetemici anche PNG arruolabili disseminati nei mondi (il plurale è voluto) di gioco, ognuno altamente personalizzato con una sua storia fatta su misura. Ah, ci sono? Sì, d’accordo, ma sarà il classico titolo che ti affascina solo per poi abbandonarti a una ventina d’ore di gioco scarse. No, qui ne conta cento e non sono nemmeno lontanamente vicino ad averlo completato del tutto.
Difetti? Probabilmente ne avrà, ma non chiedetelo a me perché sono troppo accecato dai pregi per poterli cogliere.
Se siete tra i fortunati, malinconici ex residenti di Sigil sentitevi più che liberi, anzi invitati, a condividere con noi tutti orfani del Nameless One i vostri dolci, dolci ricordi che lo riguardano, voi che potete averne. Anche qui sotto nei commenti se lo volete, abbiate solo la bontà di avvisare con un gradito Spoiler Alert coloro che si avventureranno qui sotto ignari di tutto ciò.
Ma solo perché questo vuol dire poterci rigiocare beneficiando del naturale effetto Neuralizzatore del tempo, il miglior Man in Black attualmente in servizio.
SPOILER ALERT
Si conclude così il nostro viaggio nei meravigliosi anni Novanta, sperando di avervi fatto venire almeno metà della voglia di giocare che mi sono messo addosso da solo. Sì, lo so, ci sono grafiche spettacolari là fuori... ma vuoi mettere ...
Deo Divvi, non pago di bloggare a vanvera, è anche impegnato in 2 progetti largamente attinenti al mondo del fantastico: un serial book fantasy dal nome "Il Cubo di Enascentia" e Thy Shirt, un sito di magliette nerd.
5 Response to Retrogaming: i fantastici anni Novanta (Part III)
FFVIII the Best!!!
E quel capolavoro di Metal Gear Solid te lo sei scordato???
(ovviamente parlo dell'episodio uscito su PlayStation 1)
Non so cosa ne pensi Deo, ma se dovessi scegliere fra Baldur's Gate, Ocarina of Time e MGS, il titolo di Kojima sarebbe il terzo in ordine di preferenza.
Però insomma, ad averne così tutti gli anni :D
Street Fighter 2 e del 92, il 3 del 97... Una menzione gliel'avrei data. I miei calli nelle mani forgiati dai cab dei bagni della riviera romagnola quando ci si buttava 200 lire me l'avrebbero imposto. :)
Mamma mia, la menzione d'onore c'era. Devo smetterla di leggiucchiare lokee e fingere di lavorare insieme. Leggo male e fingo male.
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