«Grazie a dio sei arrivato! Il malefico piano dell'Arcimago ha funzionato, dobbiamo fuggire di qui e nasconderci nella Fortezza di Diamante: questo posto sarà invaso da demoni-zombi sputafuoco. Volanti. Armati di motoseghe. E sparano. Sì, le motoseghe SPARANO. È decisamente il caso di svignarsela, la via di fuga è palese: una PORTA dietr- ma dove vaiii?!»
Ecco, io dico che a volte, se certi
personaggi avessero facoltà di andare oltre le tre linee di dialogo che gli
sono state concesse, finirebbero per dirci qualcosa del genere. Dirci a
chi? A noi maledetti videogiocatori compulsivi esploratori
collezionisti, ecco a chi.
«Ciao. Mi chiamo Big Cat e ho un problema.»
«CIAO, BIG CAT!»
«Ciao. Mi chiamo Big Cat e ho un problema.»
«CIAO, BIG CAT!»
Ce l'avete presente anche voi
quel momento topico della trama in cui ci si muove a ritmo serrato
attraverso una serie di catastrofi e i PNG continuano a gridare «scappiamo!» o «corri!» o «aaaahhh!» o «ma dove ho
parcheggiato? Dannati centri commerciali!»?
E noi, con tutta la calma e la metodica
precisione di un cioccolataio svizzero non ci scomponiamo più di tanto e
continuiamo la nostra VERA missione, che fin dall'inizio del gioco è trovare tutto, o meglio, non perdere niente, nome in codice “andare contro tutte le pareti e premere X ché magari c'è nascosto qualcosa”?
Questo mentre, appunto, il mondo sta
per finire. Che a livello di gameplay ci può pure stare, voglio
dire: in effetti finché non ci degneremo di andare a parlare con uno
di quei comprimari dalla pazienza (veramente) infinita, il palazzo in
fiamme non crollerà e noi avremo tutto il tempo di controllare se,
casualmente… no, perché avevo visto un'ombra lì vicino alla libreria
e, aspetta, provo a equipaggiare l'Anello Che Fa Un Sacco Di Cose Ma
Sostanzialmente Nulla, magari a 'sto giro serve… nulla eh?
In quanto ricercatore compulsivo sì,
lo ammetto: voglio trovare tutto, e con tutto intendo Tutto,
con la T maiuscola, tutto tutto tutto:
oggetti speciali, oggetti non-speciali, Spadoni dell'Inutilità,
Vestiti e Accessori e Armature dell'Inutilità anch'esse.
Le voglio tutte, e molte volte è la
cosa che mi interessa di più dello Stupido Gioco.
Ma ho la mia giustificazione, è questa
la cosa più importante, e in questa seduta di Collezionisti Compulsivi Anonimi voglio fare coming out e raccontarvi cosa mi ha causato tale
fissazione.
Perché è anche abbastanza recente,
come esperienza.
Correva l'anno 2002, e il titolo era Final Fantasy X.
Una fantastica avventura sui binari:
vai da A a Z marzagrando i vari nemici, accompagnando un'evocatrice,
Yuna, attraverso il viaggio fisico e spirituale che la porterà a
raccogliere tutti gli spiriti da evocare, qui chiamati Eoni, fino all'invocazione finale, dunque al sacrificio della propria vita, per
scacciare il male, Sin, e avere così cinquant'anni di pace.
Una meraviglia, che se non avete capito
vi stra-consiglio.
Cosa successe dunque, di così infame
da trasformarmi in un tizio-che-controlla-in-ogni-angolo?
Semplice: i membri del vostro party
nascono con una limitazione, per la verità tipica di Final Fantasy:
per quanto li possiate pompare in lungo e in largo, arrivassero anche
al 99° livello, il massimo di danni che possono fare è 9999.
Arriverete al punto in cui invece di spadate tirerete scoppi nucleari
ma nulla: novemilanovecentonovantanove, e basta.
Inutile dire che, così stando le cose,
col piffero che tirate giù quei bestioni “side quest” di cui FFX
giustamente pullula. Per quanto riguarda quelli della trama
principale, nessuno sforzo, se siete un poco smaliziati.
Ma se consideriamo che la versione
europea era stata graziata da nemici bonus come le versioni Dark
degli Eoni, o le Sorelle, robetta da dodici milioni di hp, sì:
dodici-milioni e voi togliete, con ogni colpo, 9999.
Sempre.
Quando li beccate.
L'unica vostra speranza risiede nelle
Armi dei Sette Astri: trovate due gioielli e il luogo in cui è
sepolta l'arma, ed ecco che il vincolo di 9999 viene aggirato, e
potete godervi corroboranti e soddisfacenti schianti da 12.000,
15.000… che goduria.
Peccato che – non controllo neanche
su wikipedia o altro, tanto è vivo in me il ricordo – peccato che
questi gioielli infami siano nascosti nei posti più impensabili,
ma veramente impensabili. Di quei posti, poi, che una volta passati
adieu, a mai più rivederci, auf wiedersehen: t'attacchi e fai senza.
Uno dei gioielli necessari all'arma dei
sette astri di Tidus (che dite, la volevo? Era il protagonista!) si
trovava in un antro alle spalle di Bahamut, uno di questi Eoni, che
per chi non lo sapesse è un dragone colossale che ogni sette-otto
turni vi spara una cannonata devastante e addio, sogni di gloria!
Finito il combattimento, dopo quello
che definirei come il momento topico di Final Fantasy X nonché uno
dei colpi di scena più azzeccati di tutta la saga, avrei dovuto,
mentre l'ordine costituito delle cose crollava intorno a me, andare a
scovare questo gioielluccio invisibile alle spalle, appunto, del
Bahamut sconfitto.
L'ho fatto? No. Posso tornare indietro
a prenderlo? No, per niente.
Dopo un po' sì, però! Torno e trovo
che, soloperlaversioneeuropea, questo antro è nuovamente sorvegliato
dal Bahamut però trasformatosi in Dark Bahamut, con un miliardo di
punti vita (seriamente, più di dodici milioni) e col vizietto di
sparare la cannonata devastante di cui sopra più rapidamente.
Mentre i miei bamboccetti, vittime
delle insensate regole di FFX, continuano a fargli 9999.
Quando lo beccano.
E addio, dovrei rifarmi trenta ore di gioco
per tornare fin lì, non ce la farei mai, non ce la faccio e non è
giusto ed è COLPA MIA E BASTA! Ma dove avevo la testa?
Cosa?
Seguivo la storia?
Ero rapito, intimorito dalla piega che
avevano preso gli eventi?
Schiappa.
Schiappa e basta.
Ma non risuccederà. Ok, la nave sta
affondando e la gente fugge impazzita, ma io mi metto a guardare in
ogni stanza, in ogni cassetto, che magari c'è la fondina +1 (tre
articoli e già mi cito…) che non serve a niente.
Chi sono io, per lasciarmi qualcosa
indietro?
1 Response to C.A.C.C.A. - Centro Aiuto Collezionisti Compulsivi Anonimi
non era "faretra +1"?
comunque capisco... sono affetto anche io da questo grave disturbo.
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