lunedì 11 febbraio 2013

Finché reboot non vi separi

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Lo sappiamo tutti che i divorzi costano, che c’è crisi e in fondo in fondo al nostro piccolo cuoricino ammettere che l’amore finisca ci fa piangere e nascondere in mezzo ad un mare di orsacchiotti e lecca lecca (e no, non mi riferisco a certi giornalisti) sperando in un mondo migliore.
Le grandi case editrici a quanto pare ne sono pienamente coscienti, perciò ci difendono dalla cattiveria del mondo reale a discapito del buonsenso, perché non sia mai che noi lettori di trenta e passa anni, ma anche più piccini, si possa rischiare di rimanere traumatizzanti dalla fine della storia di Superman e Lois Lane, passando il resto della nostra vita a bere e urlare contro il cielo che l’amore non esiste. Ed ecco il trucco: invece di mettere in mezzo avvocati, si può semplicemente cambiare la realtà! 


L’ha fatto Peter Parker – che ha letteralmente venduto il suo matrimonio a Mephisto in una delle storie che penso verrà riconosciuta come la peggiore della decade 2000-2010 – che da un giorno all’altro si è trovato single scatenando una serie di rivolte, tanto che alcuni sostengono che Obama abbia vinto le elezioni grazie alla sua campagna “Farò risposare Parker con quella figona rossa”, una mossa politica molto astuta se mi è permesso farlo notare.

Invece la DC ha pensato bene di ispirarsi ai matrimoni di massa del reverendo Moon, distruggendo la realtà con Flashpoint e cancellando quindi il “finché morte non vi separi” insieme a una buona fetta di continuity. Ecco quindi Clark Kent tornare nella friend zone, con la sempre gnocca Lois Lane che va a convivere con uno sfigato qualsiasi (ah Kal, ma com’è possibile che un uomo che dispone della capacità di spostare la luna non possa aprire in due il suo rivale in amore?); mentre  Barry Allen è ovviamente uno scapolone di ferro, perché in fondo Iris West e la storia della dinastia dei Flash erano troppo interessanti; il destino più beffardo però è quello di Wally West, il Flash post-Crisis,  anche lui ammogliato e padre di due gemelli, eresia tale che si è pensato di risolvere con una soluzione ancora più drastica: cancellandolo totalmente dalla nuova continuity; solo Aquaman, per continuare il suo stereotipo di sfigato qualsiasi, è rimasto sposato con Mera, forse perché alla fine alla DC han capito che mollare una rossa è sinonimo di guai.
E ci è andata ancora bene! Se ben vi ricordate in Identity Crisis, dove la moglie di Elongated Man veniva ammazzata e bruciata (era anche incinta! Ma si sa che è il divorzio il vero tema da non sfiorare), alla fine scoprivamo che tutto il casino era sorto perché Jean Loring, ex-moglie di Atom, voleva tornare, dopo un divorzio, con il suo amore piccino picciò (letteralmente).
Fatto interessante è che nel sistema morale dei fumetti superoistici il divorzio è inconcepibile, ma non ci sono problemi per quanto riguarda il sesso occasionale, la morte per tumore, la violenza su minori, l’omicidio con tortura e tante altre meraviglie di ultraviolenza.
Insomma, signore nel mondo del comics, non ci sono molte soluzioni per finire un rapporto: o ti trovi ammazzata e chiusa in un frigorifero oppure col cavolo che puoi andare da un avvocato. Molto meglio fare patti con demoni o alterare la realtà, anche perché lo sapete quanto costa un divorzio?


[Capita a fagiuolo l'uscita dei fumettini promozionali di Injustice: Gods Among Us, picchiaduro della NetherRealm Studios ambientato nell'universo Dc. Il videogioco è ambientato in una timeline alternativa in cui la Justice League abbandona i metodi buonisti di un tempo e decide di instaurare una dittatura da 1984 di Orwell. Anche Supes diventa feroce e cattivissimo. Come mai? Be', nulla, capita che scambia Lois Lane per Doomsday, la corca di mazzate e la spedisce nella stratosfera. Per aggiungerci quel pizzico di tragggedia greca, la compagnia di Kal era anche incinta. Se rinascessi donna in un fumetto americano, penso proprio me la farei cucire. NdNedo]

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