Non so voi, ma io con le applicazioni giocose per smartphone ho un rapporto odi et amo molto, molto intenso. Le amo perché sono giocose, ovviamente. Le odio perché passo ore, giorni, mesi interi a scaricarle, provarle e cancellarle, o ancora peggio lasciarle fermentare sullo sfondo del cellulare “che magari un giorno mi pento di non averla più”.
Sono rarissimi i casi in cui mi sia innamorato di un'app, e anche in quei casi finisco per odiarla visto che mi warpizza (voce del verbo warpizzare: far finire inspiegabilmente in un warp dimensionale; sin. far sparire, sottrarre) buona parte del tempo libero, nonché trasforma in tale quello che in realtà sarebbe occupato da faccende più pressanti. Ma manca un solo livello, dai al prossimo smetto…
Spesso i nerd sono anche esigenti, visto che hanno le idee ben chiare su quel che vogliono, come lo vogliono e quando. Ludicamente parlando ovviamente, per il resto rassomigliano più sovente a bussole speciali tarate per individuare il NSOE, neologismo che unisce e confonde tutti e quattro i punti cardinali. A ogni modo non vedo perché io dovrei esimermi dagli stereotipi della categoria.
Il mio radar capta-giochi si setta in modalità cerca su ioS o Android solo nei seguenti casi:
- indicato come Gioco di Ruolo e/o Strategico;
- Non obbliga l’interazione con altre persone: per quella ci sono i MMORPG; e non vanno giocati su dispositivi mobili, punto;
- mi riserva un minimo di potere decisionale: voglio giocare, non farmi giocare. Sì, giochini idioti su Facebook, sto guardando voi: cliccateveli da soli i vostri comandi automatici ogni X minuti;
- non avvantaggia sfacciatamente l’uso di Paper-Dollari: se i poveri Paperino e Paperoga devono farsi un mazzo tanto per ottenere le stesse cose che zio Paperone ottiene in cinque minuti, gioco ti stai posizionando in zona genitali;
- non mi richiede una laurea specialistica per carpirne le dinamiche base: quando gioco su cellulare ho indicativamente dai cinque ai dieci minuti di tempo, se non catturi la mia soglia d’attenzione in dieci-quindici secondi hai fallito. Neeext;
- possibilmente offline: se mi prende bene preferisco giocarci sempre, anche nel bunker antiatomico dove non prende la rete mobile o nella galleria più lunga del mondo finché sono in treno;
- possibilmente fantasy: preferenza personale, non tassativa ma gradita.
Se siete uno sviluppatore di software, potrebbe nascere in voi un senso irrefrenabile di privarmi di un 1d6 organi vitali, infilzarli su un’asta appuntita e infine esibirli davanti alla porta del vostro ufficio reclami. Ah, pardon, siamo nel 2013: mettervela come immagine di copertina su faccialibro. Vi pregherei di non farlo. E tenderei a insistere.
Mi son già giocato la scusante nerd? Sì, allora tutto a posto. Fatto sta che ogni tanto anche uno come me riesce ad essere felice. Incredibile ma vero, ci sono dei rari momenti della mia vita in cui le cose vanno proprio come vorrei, in cui cerco un gioco su ennemila e finisco per trovarlo. Questo gioco si chiama Knights of Pen and Paper. Vediamo se mostrandovi la schermata iniziale vi si stamperà quel sorrisino ebete, aspettativa di innumerevoli tacite promesse, come accadde al sottoscritto:
Eh sì. Un tavolo, delle sedie, un Dungeon Master
con tanto di screen… e delle schifezze da mangiare e bere sul tavolo! Come può
non essere amore a prima vista? Non ci poniamo nemmeno il problema, è così e
basta; accettatelo.
Dunque, la partenza è delle migliori, chissà come
sarà il gioco. Optiamo per una nuova partita, ritrovandoci così in men che non
si dica davanti alla selezione personaggi…
Pfff… pppffff… ahahahah… AHAHAHAHAHAHAHA
Come spiegarvi tanta ilarità? Penso che basti
mostrarvi il personaggio forse più emblematico di tutti:
Ebbene nuovamente sì. Non ci sono le tradizionali “razze”
ad accompagnare le classi, devo dire invece godibilmente standard, ma degli
stereotipi di possibili giocatori di ruolo attorno al tavolo. O caricature
ugualmente divertenti di partecipanti meno probabili, come una certa “Paris” o
la nonna, che con la sua abilità “Loud” vien presa più volentieri di mira dai
mostri. Semplicemente geniale.
Poi il gioco vero e proprio. Un tripudio di pixel,
combattimento a turni e quest da miglior tradizione “postino fantasy”: in un
concetto solo, il tanto amato RPG old-style.
Il tocco umoristico lo accompagna dall’inizio alla fine, scherzando i cliché del genere con impegno e solerzia, non senza rinunciare a riproporceli, ovviamente.
Il tocco umoristico lo accompagna dall’inizio alla fine, scherzando i cliché del genere con impegno e solerzia, non senza rinunciare a riproporceli, ovviamente.
In breve verrete trasportati da quel familiare senso
di incompletezza che vi porterà per mano ad immergervi nel gioco finché non
avrete sbloccato tutte le classi, acquistato tutti gli avanzamenti d’equipaggiamento
possibili, completato tutti le missioni e sconfitto tutti i mostri. Su questo
frangente poi, v’aspetta una sorpresona coi fiocchi se avrete costanza di
arrivare alla vera fine del gioco, che come tradizione non corrisponde a
quella nella quale visualizzate i titoli di coda, bensì prevede un boss super
ostico affrontabile solo dopo ennemila ore di gioco. Si tratta pur sempre di un
App, quindi qui saranno numericamente meno rispetto ai ben più titanici Final
Fantasy vari, ma non per questo qualitativamente inferiori.
Vi lascio con un video introduttivo, lo stesso che
troverete sul sito degli sviluppatori, davvero molto ben fatto, la classica
prima dose di ogni pusher che si rispetti.
Deo Divvi, non pago di bloggare a vanvera, è anche impegnato in 2 progetti largamente attinenti al mondo del fantastico: un serial book fantasy dal nome "Il Cubo di Enascentia" e Thy Shirt, un sito di magliette nerd.
Collabora inoltre con Cultura Ibrida, il blog della casa editrice Lettere Animate
1 Response to Dat App: Knights of Pen and Paper
Grazie per il feedback, non mancherò! Poi fammi sapere com'è andato questo nel frattempo...
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