SONO DEI CAZZO DI SUPEREROI.
Per davvero.
The Real Life Super Heroes Project |
L'altra mattina arrivo alla macchina, giulivo e spensierato, per prendere una cosa. Basito, mi ritrovo ad osservare un commando di Birilli in alta uniforme (non so se avete presente la divisa della municipale di Firenze), che dirigono le grandi manovre per portarmi via l'auto. Al pari di numerosi cittadini incolpevoli che condividevano il mio destino, testimonio ai vigili che il misfatto trae origine dallo spostamento di un divieto di sosta temporaneo operato nottetempo da un facinoroso.
Agli agenti della Forza Pubblica, però, sempre pronti a prestar orecchio alle necessità del cittadino, non gliene fotte una beneamata cippa di cazzo, e così, mentre attendo che la contravvenzione mi venga formalmente verbalizzata, il mio pensiero corre rapido e nostalgico ad Angle Grinder Man, (super)eroe dei nostri tempi, ormai pensionato, che ha probabilmente ispirato la nota canzone dei Meganoidi.
Il tempo passa, la multa resta, e con essa resta la curiosità di andare a spulciare sull'interwebs le vicende del buon Angle Grind-o per farmi due risate.
Da lì a venire risucchiato anima e mente (e cuore) nella insospettabilmente vasta realtà dei Real Life Super Heroes, il passo è stato assai breve.
Ho fatto un lungo viaggio virtuale in questa folle e strabiliante dimensione e, ora che sono tornato, voglio portarci anche voi.
Siccome quanto segue è fottutamente epico, ho pensato di selezionare per voi un'adeguata colonna sonora, attivabile di paragrafo in paragrafo. Mi raccomando: ogni paragrafo va letto con la giusta canzone, e se finite di leggere prima, aspettate. In ogni caso non tagliare le canzoni a metà: è una cosa che mi fa imbestialire!
Ci sono delle persone che sentono la necessità di passare all'azione. Persone che sentono il bisogno di aiutare gli altri, che vogliono dare un esempio, che hanno scelto di essere il cambiamento che vogliono vedere nel mondo. Sono persone che si assumono grandi responsabilità. Senza nessun cazzo di potere, né grande né piccolo, se non quello della loro determinazione.
Possono sembrare ridicoli, possono sembrare pazzi. Molti diranno di loro che sono dei sociopatici immaturi e con tare emozionali. Che queste buffonate mettono in pericolo la loro vita e quella degli altri, che c'è la polizia per questo, che si faranno ammazzare.
Ognuna di queste cose è indubbiamente vera, nel modo in cui lo sono tutte le assennate osservazioni borghesi fatte su gesti simbolici che non vengono capiti.
Queste persone non hanno particolari preparazioni, né patrimoni alla Bruce Wayne a cui attingere, né tanto meno super poteri.
Tanti di loro sono professionisti affermati, padri di famiglia, gente apparentemente comune. Spesso vittime di soprusi e violenze che hanno scelto di reagire, o persone per bene che si sono stufate di stare a guardare.
Escono la notte indossando dei costumi che hanno fatto con le loro mani, sfidano il giudizio della gente, la diffidenza, lo scherno, che spesso possono ferire, e le sprangate, le coltellate e le pallottole, che hanno la tendenza a ferire più o meno sempre.
Mettono le loro energie, il loro tempo, i loro soldi al servizio dei più deboli e indifesi. Non sono dei violenti vigilantes che cercano un pretesto per menare le mani, coperti da una maschera che li protegge dalla legge. Si aggirano per le zone più degradate e difficili delle loro città, distribuendo parole di conforto e generi di prima necessità, costituendo un simbolo di fermezza e di speranza per coloro a cui ne è rimasta poca. Fronteggiano saldamente i prepotenti e i criminali, parandosi loro contro, chiamando la polizia o, solo se necessario, ingaggiando la lotta.
Molti di loro sono volontari del primo soccorso o paramedici, altri esperti di arti marziali, qualcuno entrambe le cose e qualcun altro nessuna delle due.
Quel mai troppo incensato genio di Alan Moore aveva visto lungo quando scrisse quel capolavoro immortale che è Watchmen: quando quello che accade per le strade non è più accettabile, certe persone non possono aspettare di sviluppare dei superpoteri per mettersi un mantello e andare a combattere per i propri valori.
Il male prospera se gli uomini buoni non fanno nulla.
Questi sono sono i veri Supereroi.
Z
Z incarna l'archetipo classico del supereroe. Un passato di violenze subite lo ha colmato di rabbia fino al limite.
Ha iniziato la sua guerra privata contro il crimine nel 2001, pattugliando le strade in armatura completa, con una maschera minacciosa a coprirgli il volto e la ferrea volontà di dare una ripulita radicale alle strade.
Intossicato dalla propria rabbia, andava in cerca di malviventi da malmenare e crimini da evitare con violenza, notte dopo notte.
La profonda depressione di cui soffriva lo ha spinto a tentare il suicidio due volte. La seconda ci è andato giù pesante, ma è un tipo tosto che, come il Rorschach che un po' ci ricorda, ha il brutto viziaccio di restare vivo.
Risvegliatosi, ha avuto una sorta di epifania. Ha gettato via la maschera (che ha reindossato in via del tutto eccezionale per il fidato fotografo Peter Tangen) e ha compreso il valore della redenzione.
È un artista, scultore e designer affermato. Potrebbe mollare queste super-cazzate e darsi alla bella vita.
Ma non lo fa, perché là fuori c'è bisogno di lui e lui ha bisogno di stare là fuori, lungo le strade peggiori della città. Ora pattuglia a viso scoperto e, anche se continua a prevenire il crimine, non cerca lo scontro violento, ma adotta tecniche più creative, quali la distrazione e il dialogo con i criminali. Alle perse, tuttavia, è sempre ben allenato e pronto a difendere sé e gli altri. L'armatura, dopotutto, la porta ancora.
La sua attenzione va alla sicurezza delle famiglie e alla prevenzione dei reati sessuali.
www.FamilyWatchdog.us
Zimmer
L'incredibile storia di Zimmer ricorda quella di Barbara Gordon, e non certo perché lui sia una fighetta, perché, credeteci, non lo è!
Da ragazzino, in Texas, inizia a interessarsi alla comunità dei R.L.S.H., ma sebbene il suo inestinguibile senso di giustizia lo spinga a volerne accrescere le fila, la sua intelligenza fuori dal comune lo porta a constatare di non essere pronto.
Affina così le sue conoscenze tecnologiche e informatiche, già considerevoli, e le affianca a un intenso addestramento nelle arti marziali.
A diciotto anni si sente pronto e comincia a pattugliare le strade. Ma, come tutti i fumetti ci insegnano, la patria dei supereroi non è certo il Texas, bensì New York City, dove peraltro è operativa la maggioranza dei R.L.S.H., a cui lui sogna ardentemente di unirsi per poter combattere il crimine assieme e apprendere nuove tecniche e strategie.
Abbandonato l'anonimato dalla scuola superiore, è anche lui un supereroe a volto scoperto, in interessante e coerente parallelismo con la sua militanza nel movimento LGBT.
Trasferitosi dunque a NYC, diventa in breve un membro stimatissimo della super-comunità, sia per le sue preziose conoscenze di paramedico sia per le sue abilità che lo portano ben presto a diventare admin della super-comunità on-line. Nel giugno 2010 la svolta Oracolo-style. In un brutto incidente si sfracella la spalla, e dopo lunghe e dolorose operazioni riporta una paralisi parziale al braccio. Lontano dal darsi per vinto, diventa il coordinatore del sistema informatico dei supereroi. Ma la strada lo chiama e lui non potrà restare a lungo insensibile al suo richiamo. Poco male: ha quasi ultimato un guanto prostetico di sua realizzazione che dovrebbe restituirgli buona parte della mobilità, quindi presto sarà di nuovo a pattugliare le strade. Se il dottore gli darà il permesso.
La sua attenzione va all'integrazione e al sostegno della comunità LGBT.
www.outyouth.org/
Lion Heart
Ritratto di Lion Heart ad opera dell'artista Casey Callender |
Separato dai genitori in tenera età, ha sviluppato i suoi "superpoteri" sopravvivendo giorno per giorno, nella maniera più dura. A quattordici anni ha intrapreso un arduo viaggio verso Monrovia, la capitale, per andare in cerca dei genitori. Durante questa esperienza ha convissuto faccia a faccia con gli orrori del costante stato di guerra, imparando a conoscere i suoi peggiori nemici: la scarsità di acqua, rigorosamente non potabile, e il contagio delle malattie.
Indossando una semplice maschera, che è il simbolo della sua missione e la sua unica difesa, porta avanti la sua crociata insegnando alla gente a bollire l'acqua, a non usare gli stessi piatti e posate, a coprirsi la bocca quando si tossisce. Tutti piccoli accorgimenti, scontati e ridicoli per noi, ma che fanno la differenza tra la vita e la morte in un paese dove dissenteria e tubercolosi ne ammazzano più della guerra e dell'AIDS.
Incurante dei mastini della guerra a cui potrebbe risultare antipatico, continua imperterrito il suo lavoro.
La sua attenzione va principalmente al procacciamento della risorsa più rara: l'acqua potabile.
https://mygenerositywater.org/rlsh
Vi piacciono questi fusi di testa? A me sì, un botto.
E sono davvero tanti, decine, alcuni più fighi, altri un po' ridicoli, alcuni prestanti uomini d'azione, altri empatici buoni samaritani.
Se vi interessa conoscere le storie di queste persone indubbiamente fuori dall'ordinario, potete visitare il sito ufficiale del Real Life Super Hero Project, oppure aspettare che ve le racconti io nelle prossime settimane.
Eroi guidati dalla fede, che sia cristiana o ebraica hassidica, avvocati umanitari ispirati alla mitologia greca, seguaci del wudù dall'inflessibile senso civico, indagatori dell'occulto e, sì, anche sexy-eroine.
E siccome, per l'appunto, oggi non ho ancora fatto il cafone ammaliandovi e irretendovi con la foto della femme fatale di turno, lo faccio ora, così ci leviamo il pensiero.
La prossima volta si parla anche di lei:
Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo...
2 Response to Real Life "Fucking" Super Heroes
"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo,,"
Ma è difficile diventare una bomba atomica ;'(
guarda peter petrelli... lui ce l'ha fatta. non darti per vinto!
Posta un commento