Il mondo sta cambiando e di questo non possiamo che esserne contenti: più diritti per le coppie LGTB, più dialogo sui temi della sessualità e, in generale, una più ampia disponibilità di materiali su internet capaci di riempire le nostre notti solitarie (ma non chiedetemi di mettere link che poi Nedo mi caccia).
Tutto questo di per sé va bene, siamo una generazione più libera da certi tabù, ma nel mondo del fumetto la sessualità certe volte è diventata, come nei peggiori reality show, un modo per attrarre dozzine di adolescenti arrapati o per dimostrare il “siamo tanto buoni, siamo tanto belli, comprateci”.
I microcostumi delle eroine hanno sempre fatto parte della storia del fumetto, dai tempi dell’inutile Phantom Girl che attirò le ire di Fredric Wertham ne La seduzione dell’innocente (se non sapete cos’è, guardate su Wikipedia), passando per lo swimsuit di Wonder Woman e i primi striminziti costumi di Starfire, vere e proprie madri delle turbe adolescenziali , fino ad arrivare alla Wildstorm e agli anni Novanta, dove sembrava che meno tessuto una donna avesse addosso e più fosse potente.
Per non parlare poi dell’aspetto fisico delle eroine: avere una quinta di reggiseno, un paio di chiappe di marmo, labbra carnose e in generale un aspetto fisico che fosse in grado di fare invidia alle modelle di playboy, sono sempre stato considerati stilemi classici. A questo aggiungiamoci una promiscuità tipicamente adolescenziale e il mix è una perfetta fantasia erotica da quindicenne.
Per carità, nessuno vuol essere bigotto e promuovere qualche forma ottusa di censura, ma un conto è lo sdoganamento della sfera intima degli eroi, un altro è l’ostentazione eccessiva e autoalimentata, tipica di certe “cene eleganti” di alcuni politici italiani.
Insomma, si può essere sensuali anche senza necessariamente mostrarci “tutta la mercanzia” o bombardarci di scene che hanno chiari riferimenti sessuali.
Come non è necessario che ci venga fatto vedere una che sculetta per capire che ha un paio di chiappe, non serve che Starfire si vesta da spogliarellista o che soffra di una specie di Alzheimer sessuale per sottolineare come anche lei abbia dei desideri, parte stessa dell’essere umano (o alieno).
Ma poi, un costume femminile deve essere proprio striminzito? Dobbiamo proprio avere tanta carne al fuoco? Ci serve veramente tutto questo sesso per raccontare una storia? In fondo non è quasi offensivo nel 2013 buttare tutta questa marea di curve, ovviamente femminili? Non dovrebbero gli eroi e le eroine raccontarci storie che ci aiutino a convivere con il mondo in cui viviamo?
Che messaggio (bigotto mode on) può dare un’eroina che combatte il crimine in tacchi alti e guêpière a una ragazzina di quattordici anni che magari si vede brutta e grassa? Che una donna per essere un supereroe debba essere una belloccia con la quinta, le chiappe di marmo, i capelli lunghi e tutto questo ben di dio sempre in bella mostra?
E poi, questi bambini che sono cresciuti guardando serie televisive della DC come i Teen Titans e decidono di avvicinarsi ai fumetti prendendo come spunto i loro eroi preferiti, trovandosi in un mondo di arrapati e microcostumi, che cosa dovrebbero pensare?
E non si venga a dire che anche per i maschietti è lo stesso: gli uomini dei fumetti sono muscolosi, potenti, invincibili, grandi seduttori.
Tutte fantasie maschili, mentre, come la storia ci insegna, attualmente uno dei grandi miti delle ragazzine è Justin Bieber: mettete il nanetto di fianco a Thor e noterete come l’ideale di ragazzo figo è assai diverso.
Noi maschi vogliamo essere come Thor (o come Fabrizio Corona, dipende dal grado di intelligenza), mentre non sono così convinto che tutte le donne vogliano essere come la Sue Richards degli anni Novanta, una madre di famiglia con costumino scollato e autoreggenti. Insomma signore e signori, il dato è questo: ci stanno bombardando di sesso e violenza, soprattutto la DC dopo il reboot, perché pensano che sia quello che vogliamo, ma siamo sicuri che sia così?
Personalmente preferisco delle belle storie e meno carne in vista, ed infatti ringrazio tutti gli dei del cosmo che Carol Ferris almeno si sia salvata, perché, dopo il suo costume inguinale da Zaffiro Stellare, qualche autore ha pensato bene di dare una rinfrescata al guardaroba e coprirla, proprio perché, usando parole dell’autore, “non si poteva pensare che una donna forte come Carol potesse andare in giro così”.
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