lunedì 10 giugno 2013

Che tutto cambi perché nulla cambi

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Ok, questo pezzo è scritto sotto un livello etilico che in paesi civili non solo mi farebbe ritirare la patente, ma mi farebbe cacciare da qualsiasi locale (true story, è già accaduto), ma in fondo, fintanto che la tastiera riesce a seguire i miei deliri, possiamo andare avanti (ringrazio Nedo per i congiuntivi e per la capacità di saper cogliere gli evidenti errori di digitazione). [Prego. Bastardo. NdNedo]

Signore e signori diciamo la verità: Alan Moore sostiene che il fumetto sia un mito del mondo moderno, ma in fondo è un mito incompiuto, è un mito che non arriva alla sua degna conclusione: l'uscita di scena del protagonista.
Orbene, che senso avrebbe Ercole senza la sua decedutazione (copyright seint83)? Il pelide Achille avrebbe avuto la stessa carica epica senza il famoso tallone che ha segnato il suo destino dopo la caduta di Troia (no, non sto parlando delle mie ex ragazze, state tranquilli)?



Insomma, un fumetto deve durare all’infinito oppure può a un certo punto avere un termine? Possiamo dare a Bruce Wayne un attimo di riposo, a Clark Kent la possibilità di finire la sua vita in un combattimento epico, a Peter Parker una situazione familiare stabile, oppure la nostra masturbatoria sete di storie nuove deve obbligare questi personaggi a essere vittime di sempre più bizzarri colpi di scena per continuare a reinventarsi, forzandosi pesantemente pur di piacere a un pubblico che cambia più in fretta di quanto cambino le stagioni?
Insomma, siamo veramente così ossessionati da  un personaggio da voler che questo rimanga lo stesso, seppur cambiando in base alle mode ed esigenze, per tutta la durata della nostra vita?
Pensiamo alle Lanterne Verdi che a un certo punto si son trovate a dover giustificare ben quattro, e dico quattro, lanterne terrestri pur di accontentare tutti i gusti dei lettori, che volevano da una parte Hal Jordan, da un'altra John Stewart, a Est Guy Gardner e a Ovest Kyle Rayner; pensiamo ai quattro Superman del Regno dei Supermen che sono stati salvati tutti, perché si sa, del maiale non si butta via nulla; pensiamo all’epoca dei due Spider-Man, di cui non si sapeva chi cazzo fosse (sì, ok, ora lo sappiamo, ma in teoria...) il clone.

Insomma, al comics americano non piace proprio l’idea di eliminare o di cambiare i suoi personaggi principali, piuttosto preferiscono spararci delle saghe (cambiate pure la prima vocale) in cui assistiamo a dei supposti cambiamenti monumentali per poi tornare, cinque variant cover dopo, allo status quo originale.

Altre volte, le grandi case del fumetto fanno direttamente finta di niente, raccontandoci la stessa origine di ogni eroe millemila volte, adattandola ai tempi. In questo la DC almeno è onesta reboottando più volte di quanto io mi cambi la camicia, mentre la Marvel segue la linea del “non alteriamo l’universo, giochiamo sulla voglia dei lettori di non voler ogni volta cambiare continuity”; basti vedere Iron Man che, pur vivendo nello stesso mondo, vede le sue origini cambiare ogni volta, venendo ogni volta catturato da terroristi diversi in zone diverse, una roba che mia nonna con l’Alzheimer aveva una storia della propria vita più coerente.

Eppure le piccole perle la abbiamo, i personaggi che concludono il proprio percorso eroistico, magari in maniera eroica, e che lasciano un’eredità ci sono: pensiamo al dottor Midnite, a Hourman, a Starman; insomma, non è necessario continuare a tirare avanti, magari per i capelli, una storia che ormai è stantia e non sa più di niente.
Lasciamo che Clark Kent abbia un figlio e che questo prenda la redini della famiglia El (altro che il Superboy reboot che ha una storia talmente assurda che mi fa schifo anche solo citarla), lasciamo che Batman muoia e che qualcuno prenda il suo posto e lasciamo che Peter Parker abbia un figlio dotato delle sue capacità (non mi citate l’universo MC2 che non fa parte della continuity ufficiale).
Insomma, perché il fumetto mainstream non può essere più simile all’Elseworld Generations?



Ha forse ragione Roberto Recchioni che in John Doe esprime la sua opinione sulle Alte Sfere, che poi saremmo noi lettori, dicendo che esse vogliono che tutto cambi per rimanere lo stesso? Ai posteri l’ardua sentenza.


P.S. Aggiungo che la punteggiatura in questo testo è stata scelta veramente pescandola da un cappello, quindi ringrazio Nedo per la sua pazienza e per la sua capacità di comprendere i miei deliri da cinque Moretti da 66, oltre che fare i complimenti per la sua ovvia virilità a cui tutti dobbiamo inchinarci. [Bisogna vedere come ti vuoi inchinare, ché da sbronzo non so mica quale sia il tuo decoro sessuale. NdNedo]

P.P.S. Ringrazio Master Lautnecrep per lo spunto, anche se con conclusioni diverse; qui potete trovare il suo canale. 
Inoltre, se volete vedere la mia facciona durante un delirio notturno da N Moretti da 66 (sigh), potete trovarmi su questo canale, sebbene stia a voi trovare il video, perché son stanco e domani devo alzarmi presto per andare a un concorso per baristi (no, non sono un barista, e sì, dovrei farmi delle domande).

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