venerdì 28 giugno 2013

50 sfumature di un genere orribile

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A cosa servono i generi letterari? A poco.
A trovare meglio lo scaffale giusto del libro che stiamo cercando in libreria, ad esempio. O a permettere alla gente di pecorare come tanto ama, potendo atteggiarsi a dire: "io sono un fan di questo", "io invece di quello". Sicuramente a dare ai critici e ai saggisti qualche rado e scivoloso appiglio con cui aderire agli specchi su cui si arrampicano incerti nei loro sproloqui. E, infine, a farmi scrivere ogni tanto qualche articolo sul Cyberpunk. Non molto altro, direi.

Il genere è di per sé un brutto concetto. Imbriglia l'opera dentro gli schemi, incatena la fantasia con regole e stilemi (tiè, senti che rima!).
Per come la vedo io, un bravo narratore non dovrebbe mai dire: «voglio scrivere un thriller» o «sto lavorando all'ideazione del concept di un giallo storico con elementi di realismo magico, toni di Mythic Fiction e una spruzzata di senape».
Piuttosto, deve lasciare i canali aperti alla fantasia, inseguire e cacciare le idee forti che vanno a costituire lo scheletro di una buona storia.
Poi di che genere è lo si vedrà dopo, lo diranno i critici, i lettori, scriverò un articolo sul Cyberpunk, e il mondo continuerà a girare come deve, con una spruzzata di senape.

Dopo questa doverosa quanto delirante premessa (io posso dirlo, voi no!), debbo però soffermarmi un attimo sull'eccezione che conferma la regola, perché, sì, in verità, in qualche caso i generi sono parecchio utili.
Sono utili per orientarsi, sono utili per poter esercitare una sana forma di autocensura ove necessario, evitando così che sia lo Stato a doversene fare carico con roghi di libri nelle pubbliche piazze e indici di libri banditi per manifesta bruttura.

Via, caliamo la maschera: dopo milleseicentottanta caratteri, spazi inclusi, che ci giriamo intorno, è ora di dirlo: stiamo parlando del cancro del Contemporary Fantasy: il Paranormal Romance.

L'attore Robert Pattinson in una delle sue più intense ed espressive interpretazioni.
Il Contemporary Fantasy è una gran bella cosa. Un mondo vasto e infinito che raccoglie in sé innumerevoli possibilità e vari sotto-generi.
È Contemporary Fantasy il Nessundove di Neil Gaiman, il Mondo di Tenebra della White Wolf, la Promethea di Alan Moore, Harry Potter e tutte quelle belle cose in cui si raccontano storie ambientate nel nostro mondo, o in mondi simili al nostro, dove la magia, il sovrannaturale, la meraviglia invadono in misura variabile la trama del reale.

In questo volume ci sono costrutti con l'uccello enorme. Ovviamente va letto.

Il Contemporary Fantasy ci regala emozioni forti e profondamente radicate, dandoci la netta sensazione che la magia sia dietro l'angolo
La stramba signora del piano di sopra diventa una sacerdotessa pagana che celebra riti arcani a tre metri in linea d'aria dal nostro salotto. Il farmacista del turno di notte è un vampiro schivo e meticoloso. La vecchia linea morta della metropolitana è stata chiusa e abbandonata dopo che dei lavori di ampliamento avevano aperto una galleria che si affacciava dritta dritta su un inferno. Il panettiere è un lupo mannaro. Lo spirito dell'asfalto si accoppia con gioia con quello della velocità ogni volta che una macchina si fa i viali a centotrenta nel cuore della notte. Il postino è in realtà un temibile cacciatore di mostri, la cui vita è stata segnata dal massacro dei genitori in tenera età, operato dai lupi mannari del branco del panettiere.

Tutto questo è, potenzialmente, del sano Contemporary Fantasy, e, più precisamente e puntigliosamente, Urban Fantasy, ovvero Contemporary Fantasy ambientato in scenari urbani.
Ma è proprio qui che si nasconde la più grande insidia, perché tutto questo è appena a un passo dalla tragedia, dalla morte di ogni buon gusto, dall'orrore, quello vero.

Basta versare sul nostro buon farmacista del turno di notte un vasetto di brillantini e la magia sacrilega è compiuta.
Troppe volte con qualunquista, populista e dolosa indifferenza si abusa dell'etichetta di Urban Fantasy. È sbagliato. È improprio. Non si fa.

Se i protagonisti sono dei quindicenni in piena crisi ormonale, ci sono elevate probabilità che non sia Urban Fantasy.

Se sullo sfondo il mondo va a fuoco e la razza umana si dirige ignara tra le braccia dell'apocalisse, ma tutto ciò che conta, ciò che conta davvero, è se la giovine ed insipida umana amerà il lupacchiotto o la fatina il vampiro, sarà difficile che sia Urban Fantasy.

Sembra la copertina di un Harmony. Non è un caso.

Se l'eroina è una mezza vampira nata dalla relazione extraconiugale tra un arcangelo famoso, in seguito riscopertosi gay, e un'affermata donna d'affari, che è in realtà l'ultima sacerdotessa guerriera maga dell'antica stirpe delle sacerdotesse guerriere maghe della Dea Maga Guerriera, uccisa da una banda di motociclisti vampiri nel tentativo di proteggere l'amata figlioletta-che-non-ci-fosse-stata-lei-li-avrebbe-ammazzati-tutti-in-un-soffio-però-invece-no. La stessa banda di vampiri che ha rapito e quasi trasformato in vampiro la nostra eroina però poi è arrivato il padre arcangelo gay famoso a salvarla e quindi è solo mezza vampira, con tutti i poteri dei vampiri ma che può camminare al sole. Da quel giorno, ogni notte, lei dà la caccia ai mostri di ogni specie, facendone strage, mentre di giorno è una superdonna in carriera, alla guida della compagnia milionaria ereditata dalla madre. Ma tutto questo non ha nessuna importanza di fronte alla più profonda verità dei fatti: lei ha un'emotività fragile e un cuore spezzato, perché non ha mai trovato il vero amore, e sogna di potersi un giorno abbandonare tra le braccia del suo uomo, come una donna vera, normale, di essere lei, per una volta, quella che viene protetta e non quella che protegge, e questa è, alla fine, l'unica cosa che conta davvero, ebbene, se le cose stanno così, potete stare sicuri, cazzo, che no, non è Urban Fantasy.

Questa robaccia è il veleno che inquina la narrativa moderna, che svilisce l'eroismo, che ha corrotto per sempre la un tempo nobile parola romanticismo, che ha trasformato la Sedicenne nell'essere che domina e governa il mercato dell'intrattenimento. Questa robaccia è il Paranormal Romance.

Hanno già rovinato l'industria musicale, le regazzine. State attenti, il prossimo potrebbe essere il vostro hobby preferito.

Ma.

Miei cari amici, non disperate. C'è un ma.
Ma ci si può difendere. Perché il Paranormal Romance si può riconoscere. Si può riconoscere ed evitare, con coscienza, attenzione e determinazione.
Per comprendere come fare, analizziamo nel dettaglio un suo aspetto a caso, nella speranza di isolare una regola generalmente valida.

Prendiamo un vampiro. Ora priviamolo dei suoi poteri oscuri. Tutti. Cosa rimane? Se la risposta è "un oscuro e inquietante individuo, abbiente e di nobili natali, machiavellico come un ragno e roso da un passato tormentato che lo ha reso spietato, freddo e votato a sentimenti negativi, quali la vendetta, l'invidia o la più pura e semplice malvagità", be' che dire, è quasi sicuro che questo personaggio abiti in una storia annoverabile in un qualsivoglia genere letterario rispettabile e dignitoso.
Se, al contrario, la risposta è "una dolce fatina metrosessuale, raggiante di diafana bellezza emo e in odore di pedofilia", ecco, amici miei, siamo, ahimè, di fronte ad un lampante e purulento caso di Paranormal Romance.

Da qui il postulato: "Sia data un'ambientazione moderna in cui compaiono elementi sovrannaturali e fantastici. Se la storia, una volta sottratte le relazioni amorose e melense tra i personaggi X, Y e Z, continua ad avere un senso e una sua rispettabile ragion d'essere, narrativamente parlando, allora è pressoché certo che si tratti di un rispettabile genere di Contemporary Fantasy. Se invece, all'atto di sottrarre le relazioni amorose e melense, l'intero impianto narrativo si fa del tutto inconsistente e crolla, siete di fronte a un conclamato caso di Paranormal Romance".

«Come? Un'intera saga è basata sul mio ciclo mestruale? Mostrerei stupore, se avessi i muscoli facciali per farlo.»


Qualora vi capitasse di imbattervi in un caso di Paranormal Romance, per prima cosa mantenete la calma. Quindi gettate il manoscritto che avete in mano in un contenitore per rifiuti cartacei e abbandonate l'area ostentando agio e indifferenza (la carta è una risorsa preziosa e non va sprecata, neanche se vituperata in cotal guisa). Nel caso in cui, invece, ciò risultasse impossibile, lasciate cadere a terra l'oggetto contaminato e fuggite correndo e agitando le mani in aria, urlando a squarciagola così da mettere in guardia le altre potenziali vittime nelle vicinanze.

Amici cari, l'infezione è diffusa e il pericolo è grande, ma con l'uso delle dovute precauzioni e una buona campagna di sensibilizzazione la narrativa fantastica non è ancora perduta.
Vi saluto con la raccomandazione di fare molta attenzione e di proteggere le persone care attorno a voi, soprattutto gli adolescenti, più soggetti a contrarre la contaminazione.
Buona fortuna, e Calliope vegli su di voi.

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6 Response to 50 sfumature di un genere orribile

Mec
28 giugno 2013 alle ore 16:42

Io ho visto il primo Twilight, ignorandone completamente l'esistenza. Lo aveva scar..comprato mio fratello. Al che gli chiedo:
"cos'è sto twilight?"
"boh, sta avendo successo, ho sentito che parla di lupi mannari e vampiri"
"ah ok, sembra interessante, guardiamolo"
.... inizio a guardarlo.... passano i minuti... non succede niente, ma stoico vado avanti. "beh, ora succederà qualcosa" passa un'ora di film "vabeh ma ora ci sarà il colpo di scena, succede qualcosa"... passa un'ora e mezza, mancheranno tra i 15 e i 30 minuti alla fine "beh ora nel finale ci sarà un colpo di scena, un avvenimento interessante!" ...finisce il film
wtf?

Lokeebot
28 giugno 2013 alle ore 16:45

Più o meno è la reazione che ha suscitato in ogni persona sana di mente se non già preventivamente preparata a quella porcata sesquipedale.
Io mi sono visto TUTTI i film con la signora e, sapendo quello che ci trovavamo di fronte, non abbiamo mai riso così tanto.

Mec
28 giugno 2013 alle ore 17:00

io mi sono rifiutato di proseguire, sono ancora traumatatizzato. Infatti ora sono in terapia a base di Supernatural

Marco Evangelisti
28 giugno 2013 alle ore 18:16

Porcavacca... io già lo sapevo che era una cagata colossale però ho voluto sottopormi a tale onta per temprarmi.

La mia reazione è stata molto simile alla tua ma i momenti di sdegno sono stati i seguenti:

- la protagonista che anche se la sta per investire un pickup, sta per morire o le cade un pianoforte in testa, ha sempre la stessa espressione a pesce lesso;
- IL CAZZO DI VAMPIRO CHE BRILLA
- l'allegra famigliola di vampiri che invita la tizia a pranzo senza usarla COME pranzo (e lei che ha sempre la stessa espressione, vabbé)
- IL CAZZO DI FOTTUTO VAMPIRO CHE BRILLA!
- i bulli vampiri che arrivano ad interrompere l'idillio familiare di staminchia... e la tizia che ha l'espressione della vacca che guarda il treno
- l'avevo già detto IL CAZZO DI FOTTUTO VAMPIRO CHE SBRILLUCCICA COME UNA STROBO DEL CAZZO?
- la tizia sta per morire perché probabilmente i nervi le hanno ceduto, dato che ha sempre la stessa espressione e quelli, da bravi, la salvano facendola diventare un cazzo di vampiro senza usarla come cena!
- vabbé, non ripeto IL CAZZO DI VAMPIRO CHE BRILLA SOTTO LA LUCE DEL CAZZO DI SOLE COME SE AVESSE INGOIATO LED E PAILLETTES

Sdegno imperituro. Sentivo Lestat che piangeva.

Lokeebot
28 giugno 2013 alle ore 18:19

Ma la saga è piena di perle (?) uniche. Ho adorato la parte in cui finalmente si vede l'orribile lato selvaggio dei Mannari.
E per "orribile" intendo "Peluche giganti quadrupedi con gli occhi a cerbiatto".

Mec
28 giugno 2013 alle ore 22:21

io ho fatto la cazzata di guardarla d'estate con le finestre aperte.
Come si è messo a brillare mi si è riempita la stanza di insetti.
E io che speravo che per "brillare" intendessero saltare in aria :(

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