Quest’anno è il ventennale del famoserrimo Magic: the Gathering. Un’età niente male per un capostipite dalla salute invidiabile d’un genere che invece non se la passa proprio benissimo.
I Giochi di Carte Collezionabili, Collectible Card
Games per gli anglofoni e CCG o GCC per gli amanti degli acronimi e delle sigle
speculari, sono stati una droga per me fin da subito. Anzi una famiglia di
droghe. Sì, perché un gioco di per sé porta dipendenza, e parecchia nella
maggior parte di casi, ma io sono andato oltre e sviluppavo una dipendenza per
le dipendenze. Probabilmente, molto probabilmente in realtà, non sono nemmeno
l’unico: sono pronto a scommettere che una buona parte dei lettori sta già
alzando la mano.
La prima dose la prendi tra i banchi di scuola,
vedi un gruppetto di amici che sta sempre in disparte in un angolino a
ricreazione e ti domandi che diavolo stiano facendo. Maneggiano degli affari
simili a figurine, le scambiano anche, ma non tirano mai fuori un album e non
le staccano mai. Ah no, ecco, un raccoglitore ce l’hanno ma… e quello che
diavolo è? Convinto di volerne sapere di più ti avvicini, metti in mute la
coscienza che si sbraccia per farti capire a gesti quale enorme errore tu stia
per fare, saluti, fai le prime domande e ti viene rivolta quella fatidica,
quella letale: «Vuoi provare? Ti presto le mie». L’inizio della fine.
I pusher più abili ti portano attraverso le tue
prime partite, alimentano il tuo famelico bisogno di averne di più, di sapere
quali colori esistano, quali tipologie di creature (ah, l’illusione di far
mazzi su ogni tema, che nostalgia) quali combinazioni di carte siano le più
usate, quali siano le tipologie di buste d’espansione, quali le differenze,
quanto costino. Eccoci. A un passo dal baratro il pusher esperto ti dice tutto,
incalza, ti regala delle carte dal valore complessivo di un chewing-gum
masticato, sputato, raccolto, rimasticato, risputato e calpestato con forza,
dopodiché ti accompagna a comprare i tuoi primi pacchetti. Per consigliarti, diceva
lui, perché la fuori è pieno di avvoltoi, diceva lui, impegnato a sistemarsi la
maschera da uomo sopra il becco ricurvo. E ti spinge nel baratro.
Potrei continuare a parlare di quel vortice
vendicativo in cui ogni giocatore storico (inutile far finta, sì, anche tu lì,
tu che fai no con la testa) si ritrova coinvolto, quel processo automatico che
ti porta a fare almeno una volta uno scambio vantaggioso sfruttando la poca
conoscenza del malcapitato, memore di quante volte l’abbiano fatto con te
all’inizio del tuo percorso. L’ho fatto anch’io a discapito di un amico
d’infanzia. Non manca di rinfacciarmelo ogni volta che ci vediamo, quindi
fidatevi: il karma mi ha già punito e l’ha fatto con interessi smodati.
Comunque si diceva di cambiare argomento e lo faremo.
Sì. perché i tempi sono cambiati, la rarità delle
carte è indicata sulla carta stessa e i relativi prezziari sono a portata di
smartphone. Sì, ve ne ho già parlato,
infatti la smetto. Il punto è che anche le aziende produttrici si sono messe al
passo coi tempi, guarda caso.
Negli anni Novanta proliferavano i cloni di Magic, ne
nascevano in continuazione, ad una velocità che aveva dell’allarmante. Per
concepire gli Zerg di Starcraft probabilmente si sono ispirati al bancone dei
negozi nerd dell’epoca, e in Italia il fenomeno era anche piuttosto limitato.
Ricordo come se fosse oggi un mio viaggio in Inghilterra nei primi anni del
nuovo millennio, quando probabilmente il tutto raggiunse il suo apice,
fomentato anche dal fenomeno Pokémon. Nello stivale avevo acquistato
praticamente lo starter di ogni gioco esistente, oltralpe e oltre la Manica la
quantità di starter a disposizione superava di gran lunga la portata del mio
portafoglio.
Curioso come tra questi titoli vi fossero anche il
Richiamo di Cthulhu, Netrunner, il Signore degli Anelli, Warhammer, il Trono di
Spade e tanti altri. I più attenti di voi hanno probabilmente già capito dove
voglio andare a parare. Il punto è che ce n’erano tanti, veramente tanti; fin
troppi. E infatti le loro teste hanno cominciato a cadere, una dopo l’altra
sotto la mannaia della cessata stampa, mossa del boia successiva o
contemporanea alla cancellazione di eventuale attività torneistica ufficiale.
Traditi dalle stesse aziende produttrici, spesso i
giocatori portavano avanti la loro passione ugualmente con entusiasmo che
durava nei mesi, anche negli anni, ma che prima o poi era destinato a svanire.
Fino a un giorno. Un giorno in cui alla Fantasy Flight Games si sono svegliati
e hanno fatto due conti. Qual è stato il fattore che ha condannato i CCG a
crollare uno dopo l’altro in un impietoso domino inarrestabile? Probabilmente
il peso economico e d’impegno che comporta quella prima C: il collezionabile.
Uscite costanti, non sempre interessanti per tutti gli utenti e soprattutto
vastissime oltre che costose. Sì, perché se anche poteva esserci qualcosa che ti
serviva a ogni costo in una nuova uscita, ti toccava scavare in un mare di
altra roba inutile prima di procurartela. E mica una sola poi! Nossignore, tre o
quattro copie a seconda del gioco e delle necessità.
Insomma torniamo all’ufficio della FFG.
«Cosa possiamo fare per riproporre quei giochi,
perché dannazione meritavano davvero, senza dover entrare nuovamente in quel
giro di schiaffi economico smisurato?»
«Io c’ho un’idea» la voce stridula anche se appena
schiarita d’un nerd in fondo alla sala «e se li travestissimo da Giochi da
Tavolo?».
E così fu, nacquero i Living Card Game, che come il
nome stesso suggerisce sono forse l’ultima forma vivente di gioco di carte. Che
poi è pur sempre collezionabile, ma senza la follia legata alle sue prime
incarnazioni. Sì, Magic è ancora vivo e vegeto, è stata l’apertura
dell’articolo. Ma quanti altri possono dire lo stesso? Le eccezioni sono ormai
pochissime e sfido oggigiorno a lanciarne uno nuovo e durare più di tre anni. Ovviamente
aspetto i vostri commenti in cui mi dimostrate che sbaglio. No, ho detto oggigiorno,
World of Warcraft ha avuto albori in tempi non sospetti quando i LCG non erano
ancora completamente sdoganati.
Collezionabile, dicevamo, perché dopo la confezione
base escono comunque delle piccole espansioni, ma lo fanno con un ritmo e una formula
decisamente più gestibile. Innanzitutto la dimensione, una media di dieci-venti carte, spesso in triplice copia o comunque in numero sufficiente per non dover
effettuare più di un acquisto, cadenzate ogni mese circa in confezioncine
autonome che da sole rispondono a tutte le esigenze del giocatore e del
collezionista. In effetti un colpo di genio. Il che ci riporta ai titoli
snocciolati prima.
Il Richiamo di Cthulhu, Netrunner, il Signore degli
Anelli, Warhammer ed il Trono di Spade sono tutti ottimi esempi di questa
trasformazione e del rinnovato successo di pubblico riscontrato con essa.
Sì, bene, ok. E quindi? Quindi nulla, sull’articolo
c’è il tag sapevatelo, è la solita arringa vuota. Fondamentalmente mi premeva
rimarcare come una categoria di prodotti a me così cara sia stata mutata negli
anni per trovare una formula vincente che le consentisse in qualche modo di
sopravvivere agli eventi. Sorprendentemente mi è piaciuta e volevo invitarvi a
farne la conoscenza. Sorprendentemente perché sono un tradizionalista, accolgo
con scetticismo i cambiamenti. E se va bene a me…
Vi lascio con una speranza più che una
considerazione. Tra tutte le droghe cartacee con cui ho inebriato la mia mente
negli anni passati, d’una più di tutte sento mi pesi l’astinenza. Un gioco
ormai defunto che ha significato tanto per molti di noi, uno sguardo rivolto ai
tutori, all’assottigliarsi del fattore casualità. Oggi, come ogni giorno, metto
un fiore sulla sua tomba, sperando che quel nerd alla FFG si schiarisca la voce
e proponga di aggiungerlo alla lista dei soggetti da riportare in vita. La
speranza, si sa, è l’ultima a morire.
Mi manchi, Vs System!
Deo Divvi, non pago di bloggare a vanvera, è anche impegnato in 2 progetti largamente attinenti al mondo del fantastico: un serial book fantasy dal nome "Il Cubo di Enascentia" e Thy Shirt, un sito di magliette nerd.
Collabora inoltre con Cultura Ibrida, il blog della casa editrice Lettere Animate.
Collabora inoltre con Cultura Ibrida, il blog della casa editrice Lettere Animate.
1 Response to Collectible or Living?
Tanto per dire: Netrunner è al quinto/sesto posto della classifica dei migliori giochidatavolo su BGG !
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