lunedì 13 maggio 2013

Iron Man 3, se non vi è piaciuto mi spiace un po’

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Signore e signori, lo sapete che sono un grande rompiscatole, e credo che alcuni di voi mi apprezzino per questo, e so già che alcuni di voi attenderanno con ansia il mio sproloquio con bava alla bocca su Iron Man 3, ma, e me ne dolgo, devo darvi una delusione:  a me mi è piaciuto, e parecchio.


Da qui in avanti si va avanti a colpi di SPOILER, perciò fate attenzione.
Quando ho scoperto che il terzo lungometraggio dell'omo de fero toccava le tematiche del virus Extremis, saga che per me ha un’importanza fondamentale nell’universo del buon Tony Stark, mi aspettavo qualcosa di diverso rispetto a quello che poi avrei visto: se nel fumetto quello è un passaggio obbligato nell’evoluzione del personaggio che passa da riccone con armatura a vero e proprio superumano tecnorganico, nel film l’extremis è un’arma come tante e la dialettica organico contro tecnologico si risolverà in una maniera totalmente opposta rispetto al mondo dei comics.
Nel cartaceo l’armatura diventa un superpotere, non più un mezzo ma una qualità del corpo, mentre sul grande schermo si esteriorizza ancora di più e la possiamo paragonare a un fucile, un carrarmato o un jet altamente evoluti (come dimenticare lo scontro finale con i quarantadue modelli che il nostro amico usa e scarta come se fossero pistole scariche?). Ecco, se partiamo da qui, se capiamo che il mondo Marvel film non è più il mondo dell’universo  616 e segue regole narrative e filosofiche completamente diverse se non opposte, allora possiamo dire che Iron Man 3 è un bel film.

La classica, meravigliosa, strana coppia da film d'azione.


Shane Black, la penna dietro all'immortale Arma Letale, trasforma una storia di supereroi in un classico esempio di genere action anni Ottanta, giusto con una punta di mondo del comics.
Pensiamo alla scena in cui Stark entra nella villa del Mandarino armato di cialtronate, pensiamo all’Iron Patriot (e no, non sto parlando di Norman Osborn) che appare due minuti e non fa niente mentre il suo pilota, senza armatura, è assai più figo (se avete visto il film sapete che è così), pensiamo ai cattivi che sopravvivono a quasi tutto, ma che in questo caso hanno almeno una giustificazione narrativa, o pensiamo alle esplosioni, a tante tante esplosioni!
Ok, direte voi, ci ha rovinato il Mandarino (ma davvero pensate che nel 2013 un cattivo come il Mandarino, nato negli anni della Guerra Fredda, possa essere affascinante o credibile per un pubblico moderno?), ci ha potenziato la signorina Pots (sì, lo ammetto, è un po’ triste quella parte) e ha dei buchi di trama grandi come una montagna. Quest'ultimi sono problemi che nascono dall'avere un universo condiviso: che facevano per esempio gli Avengers e lo S.H.I.E.L.D.? Al primo videomessaggio del terrorista, probabilmente Maria Hill sarebbe arrivata con duecento soldati per appenderlo al pennone più alto. Per onestà intellettuale, però, ci potremmo anche chiedere come mai nei fumetti Superman non passi una settimana a Gotham City e cattura tutti i nemici di Batman, dato che per lui sono proprio una minaccia irrisoria (a proposito: giocate ad Injustice), ma capite da soli come questo eliminerebbe qualsiasi forma di pathos.
Ok, noi nerd dobbiamo sempre criticare un film tratto dai fumetti, ma devo svelare uno dei miei punti deboli: io adoro il genere action.
Pur essendo cresciuto con Ken Loach e Truffaut, pur avendo visto davvero La corazzata Potëmkin e La nascita di una Nazione, pur avendo... sì, insomma, avete capito, pur tutto questo, tra i miei film preferiti di sempre annovero Die Hard e riconosco come la mia unica Kryptonite da critico cinematografico siano tutti quei film scassoni e pieni di esplosioni che possiedono un minimo di decenza formale.
Quando vedo Die Hard non mi interessano i principi fisici disattesi da una camminata su di un Jet, non mi importa dell’improbabilità di un’automobile che tiri giù secco un aereo, non conto i proiettili e non critico la continuity e vi dirò una cosa sorprendente, specialmente uscita dalla mia bocca: così si vive bene. 




Iron Man 3 è il Die Hard (a dire il vero l’Arma Letale) della Marvel, tutto il resto è vuoto. Si sarebbe potuto anche chiamare Tizio che indossa per qualche minuto, quasi per sbaglio, un’armatura e il risultato sarebbe stato lo stesso: un film che passa velocemente, senza momenti morti e ricco di scene emozionanti (se mi dite che non avete avuto un brivido quando sono apparse tutte le armature siete privi di anima), una pellicola che ci aiuta a staccare un attimo dal mondo triste e grigio in cui viviamo e ci catapulta nel rosso e oro dell’avventura, che torna alle radici del comics come mezzo di intrattenimento e non di ragionamento.
Certo alcuni di voi diranno: «Ma come, seint83? Proprio tu che hai criticato così aspramente il reboot della Dc e che hai disprezzato Dark Knight Rises, adesso ti rimangi tutto per Iron Man 3? Allora sei un ipocrita, qualsiasi cosa voglia dire veramente questa parola!». No, amici miei, non sono un ipocrita: se uno decide di prendere una strada, a prescindere da quale sia, la deve percorrere in maniera corretta; il reboot Dc è confuso e non ha ancora deciso cosa vuole fare da grande, mentre Nolan ha tentato di riscrivere il mito di Batman in una maniera poco consona al personaggio.
Iron Man 3 è un film ignorante, non vuole essere una metafora, non vuole parlare di problemi sociali (avete notato che uno dei punti più famosi di Stark, l’alcolismo, non appare mai? Da un giorno all’altro smette di bere senza drammi né niente, anzi a dire il vero non è mai dipinto come un alcolista, ma come un party boy), non vuole entrare nella mitologia ed è proprio per questo che riesce, con la sua umiltà narrativa, a dribblare agile le critiche. Tutto il resto è, letteralmente, noia.

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1 Response to Iron Man 3, se non vi è piaciuto mi spiace un po’

Daniele
13 maggio 2013 alle ore 19:23

A me non è spiaciuta la storia di per sè, ma come è stata sviluppata. Speravo in un finale epico, un po' darkeggiante e mi sono ritrovato con un filmetto per bambini, dove non si può nemmeno dire che stark ha problemi a letto, solo "dormo poco".
Questo è il problema di iron man 3, non la trama

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