lunedì 8 luglio 2013

Eroi di strada ed eroi cosmici: c’è qualche piccolo problema

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Per quanto un concetto affascinante e spesso utile, avere un universo narrativo condiviso da diverse serie regolari porta alla nascita di molti problemi, di entità e peso diversi.
L'aspetto che più mi fa ridere della faccenda è l'esistenza dei cosiddetti "eroi di strada". Non che non mi piacciano, anzi,  ma vanno a coabitare lo stesso universo dove troviamo divoratori di soli o di mondi (perché se la Marvel ha un'entità che si ciba di pianeti, la DC deve averne uno più grosso), anelli o bande che creano costrutti o permettono di viaggiare nello spazio e dèi che camminano in mezzo ai mortali.
Circondati da creature pressoché onnipotenti, ci troviamo a dover credere a semplici omini, magari ben addestrati, ma armati con un fucile a pompa (sì, Punitore, sto parlando con te) e un giubbotto in Kevlar.


Per carità, alla fine la sospensione dell’incredulità ha sempre il suo fascino, ma la domanda da porsi è: che cavolo fa Iron Fist contro Galactus? Gli tira un super pugno?
Se questi personaggi all’interno delle loro serie hanno un fascino incredibile (e vi posso assicurare che la serie di Iron Fist, di cui ho comprato tutti i volumi, mi ha esaltato non poco), una volta trasferiti all’interno del mondo condiviso perdono del tutto il loro charme o diventano delle figure a cui si devono apporre qualità caratteriali o mentali per integrarli in gruppi dai poteri ben più vasti.

L'esempio più comune è lo stesso Batman nella Justice League, dove in fondo in fondo ricopre il ruolo di tattico perché ben poco potrebbe fare contro Despero o gente di quel livello.
Ok, ok, Batman è un genio, ha dei piani per abbattere tutta la Justice League, siamo d’accordo, ma per uno come Batman quanti ce ne sono che in proporzione non valgono niente?
Che ce ne facciamo di un Gangbuster in un mondo dove abbiamo gente che vola, piega l’acciaio, lancia raggi laser e cose così?
Infatti ogni tanto questi personaggi vengono cambiati e modificati, magari trasformandoli in golem o in costrutti à la Frankenstein, solo per dare un senso a tutte le stranezze che accadono nel mondo intorno a loro e a cui non possono sottrarsi.
Eppure abbiamo delle storie bellissime e delle serie che, quando si allontanano dal canone, sviluppano delle caratteristiche uniche: pensiamo al Constantine che riesce a vivere in un mondo di demoni senza apparentemente mai lanciare una magia, pensiamo al Punitore di Garth Ennis, alla serie di Iron Fist o di Moon Knight, tutte storie che non hanno bisogno di grandi poteri ma che comunque raggiungono dei livelli di epicità impensati.

In questi casi si esce dal genere supereroistico classico, dei superpoteri e dei superproblemi, entrando nel mondo delle persone comuni, magari più strano del nostro, vero, ma dove non esistono deus ex machina che riescono a sempre a salvare la situazione, spesso forzando totalmente la trama (Sì, Guanto dell’Infinito, ora invece parlo con te).
Insomma, viva gli eroi di strada, viva Shang Chi, viva Freccia Verde, viva tutte quelle storie che non ci portano sempre alla deriva nello spazio o in mondi alternativi,  ma che sfruttano il mezzo della storia a fumetti mainstream per raccontarci i problemi del quotidiano e che ci fanno svagare lo stesso.

Io adoro gli eroi cosmici, non fraintendetemi, ma mi metto nei panni di chi magari è solo un bravo militare e si trova ad affrontare entità cosmiche dai poteri inenarrabili, dèi che dormono nel sottosuolo o cose così.
Insomma, vivere nel mondo di superman non è facile.

E voi che genere di eroi preferite?

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3 Response to Eroi di strada ed eroi cosmici: c’è qualche piccolo problema

Mec
9 luglio 2013 alle ore 16:55

secondo è giusto avere sia gli uni che gli altri. Dove c'è il supereroe che lotta perchè tutto il mondo non venga distrutto in un attimo, c'è bisogno anche dell'eroe di strada, di quartiere, che salva la nonnina dall'essere scippata, o che sconfigga il mafioso che si fa pagare il pizzo altrimenti ti brucia il negozio.

Lokeebot
9 luglio 2013 alle ore 18:57

Credo che il punto non stia nel fatto che non debbano esistere entrambe le tipologie, ma piuttosto nella necessità di tenerle più possibilmente separate, onde evitare l'effetto "Punisher che fa la ramanzina a un divoratore di Mondi".
Ma non sono Seint, quindi me ne sto zitto, me ne sto :D

Mec
9 luglio 2013 alle ore 19:08

beh ma ci sta benissimo anche quello se gestito bene. Basti pensare al dr Manhattan con Rorschach. Come ogni cosa, è il come che conta. E' anche interessante la contrapposizione che può esserci tra la morale del superuomo e dell'uomo normale

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